Recensione: A Perpetual Game
Devo proprio dire che questi Landguard mi hanno veramente sorpreso!
Pur avendo già ricevuto impressioni positive al riguardo quando mi sono ritrovato il loro cd tra le mani lo scetticismo era comunque notevole. L’impressione che fossero un po’ troppo sopravvalutati si è rivelata immediatamente sbagliata perché infatti è proprio un buon prodotto il loro, che si presenta subito molto bene grazie ad un piacevole impatto visivo dovuto ad un artwork molto professionale.
Ma a colpire è senz’altro il suo contenuto: le sei track trasudano trenta minuti di power prog genuino con una forte e immancabile matrice melodica e un indubbio pizzico di originalità.
Già dal fulmineo e concitato intro si percepisce la levatura tecnica che il six-piece campano conferma senza problemi nelle successive song. Un continuo riffing molto accattivante condito da frequenti influenze speed.
Fin troppo facile, e scontato, il gioco delle influenze; ma guai a parlare di imitazione perchè A Perpetual Game è qualcosa di “classico” certo, ma completamente originale in ogni delle sue sfumature, curate con con invidiabile meticolosità.
Unico tallone d’Achille potrebbe definirsi la voce molto poliedrica tuttavia non sempre superba, ma che viene sapientemente sostenuta da frequenti e piacevoli cori come quelli presenti nella stupenda Mindscape, il fiore all’occhiello di questo lavoro che peraltro nel suo complesso gode di una qualità sonora di alto livello.
Quello che invece non si avverte in un primo istante è il tocco di stravaganza che fino all’ultimo rimane nascosto: appena accennato nel finale di Ivory Mask, pervade, invece, completamente l’ultima traccia: una strumentale che lascia alquanto interdetti.
Il frutto finalmente maturo di questo gruppo ben affiatato che da tempo cerca di farsi strada per uscire dal vortice quotidiano dell’oblio.
Che sia forse venuto il momento giusto?
Emilio “ARMiF3R” Sonno
Tracklist:
1. A Game Begins…
2. A Perpetual Game
3. Wizard Of Time
4. Mindscape
5. Ivory Mask
6. A Perpetual Joke