Recensione: A Story of Darkness & Light

Di Matteo Pedretti - 19 Dicembre 2021 - 19:30
A Story of Darkness & Light
Band: Eldovar
Etichetta: Robotor Records
Genere: Stoner 
Anno: 2021
Nazione:
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78

Al nome, o se vogliamo al gioco di parole, Eldovar rispondono Elder e Kadavar che, sotto questo moniker, hanno da poco rilasciato “A Story of Darkness & Light”, uscito per la label tedesca Robotor Records di proprietà degli stessi Kadavar. Nel passato recente sono state diverse le collaborazioni tra musicisti di estrazione stilistica anche piuttosto dissimile, ma accomunati da un approccio compositivo votato alla sperimentazione. Solo nell’ultimo anno, per non andare troppo indietro nel tempo, abbiamo assistito al sodalizio tra la cantautrice Emma Ruth Rundle e gli sludgers di Baton Rouge Thou, a quello tra The Body (che di simili esperienze possono vantarne una marea) e Big Brave, fino al recentissimo connubio tra i Converge, paladini di un Hardcore granitico, e Chelsea Wolfe, moderna poetessa delle sonorità Dark Folk/Rock.

Prima di addentrarci nella disamina di “A Story of Darkness & Light”, è necessario spendere alcune parole sul background delle due band di Berlino (gli Elder in sono in realtà nordamericani, ma si sono stabilizzati nella capitale tedesca ormai da tempo). Le radici dei Kadavar affondano in un Hard Rock acido e settantiano capace di avventurarsi in territori Stoner (“Rough Times”), Doom (“For the Dead Travel Fast”) e Psych/Prog (l’ultimo “The Isolation Tapes”). Gli Elder nascono invece come realtà Stoner/Doom Metal, ma con il tempo hanno incorporato nel proprio sound una crescente quantità di elementi Progressive, come esemplificato dal recente “Omens” (leggi qui la recensione), composto da cinque brani lunghi e intricati.

Premendo il tasto play o appoggiando la puntina sul vinile, soluzione forse più indicata per questa release, l’ascoltatore non faticherà a riconoscere sin da subito i tratti distintivi delle due formazioni sopra enunciati, che vengono qui rielaborati e fusi in una proposta organica, fluida e naturale, restituita da una produzione vintage, che rimanda direttamente all’epoca d’oro del Rock.

A parere di chi scrive le due tracce più rappresentative di “A Story of Darkness & Light” sono la opener “From Deep Within” e la penultima “Blood Moon Night”, che grazie al minutaggio cospicuo riescono a cambiare più volte pelle nel corso della loro durata. La prima inizia all’insegna di un Progressive Rock pacato su cui si posa la voce di Nick DiSalvo (Elder). Dopodiché un riff ripetuto crea uno stacco che apre a una lunga cavalcata di Stoner psichedelico in cui è Lupus Lindermann (Kadavar) a prendere il microfono e che cala d’intensità solo in coda, con la ripresa delle arie iniziali. La seconda è aperta da una intro evocativa, premonitrice delle atmosfere dense e sulfuree che sta per abbracciare. I riff di chitarra, infatti, delineano un Doom tutt’altro che scontato, pieno sfumature (anche grazie all’alternanza tra i due vocalist), ricco di venature Prog, in cui momenti abrasivi di inclinazione Metal si avvicendano ad altri più morbidi e trasognanti.

Ma emergono anime ancora diverse: in “Rebirth of the Twin” e “Raspletin”, due composizioni strumentali che si susseguono senza soluzione di continuità, il timbro Prog fa il paio con riverberi al limite del Drone (nella prima) e una psichedelia acida (nella seconda). L’impostazione Prog è riconoscibile anche in “El Matador” che, con il ricorso a synth e tastiere, non si allontana dai Kadavar ascoltati nel recente “The Isolation Tapes” o nella closer “Cherry Trees”, fondata sull’intreccio tra note di pianoforte e linee vocali melodiche e riverberanti. Più diretta, e molto piacevole, “In the Way” che, con Lupus alla voce, si evolve dal Folk tradizionale della prima parte al Retro Rock psichedelico della seconda.

Può accadere che progetti di questo tipo, nonostante le buone idee messe in campo e l’abilità tecnico/compositiva dei musicisti che vi contribuiscono, evidenzino, a causa della loro natura estemporanea, un valore complessivamente inferiore a quello delle produzioni tradizionali delle band che li hanno generati. “A Story of Darkness & Light” non dà assolutamente questa impressione. Sarà perché Elder e Kadavar si muovono sin dagli esordi su terreni non molto distanti, o forse perché nell’ultimo periodo entrambi hanno preso una svolta Prog (e qui se ne sente molto!), ma rimane il fatto che questo album risulta interessante, mutevole e in grado di oltrepassare gli schemi espressivi ordinari delle due formazioni. Davvero una buona squadra …

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