Recensione: A Story To Tell
Timeless Fairytale è il monicker attributo ad un nuovo progetto in ambito melodic metal nato dall’unione di un crogiuolo di sopraffini musicisti di tale settore, appartenenti a svariate nazioni europee.
Al canto ecco Henrik Brockmann, già militante in una delle formazioni cardine in tale ambito, i Royal Hunt. Alla chitarra, invece, troviamo un nostro talento nazionale, Luca Sellitto, che abbiamo ascoltato in passato con grande piacere, tra l’altro, con gli Stamina, oltre che come solista.
A completare la line-up che ha realizzato al primo album della formazione, “A Story To Tell”, ci sono anche Carmine Vivo (Stamina) alle quattro corde del basso e Viktor Enebjörn (Forever Still, Darknd) dietro i tamburi (oltre che una piccola pletora di ospiti a cori e tastiere).
Il disco è un profluvio di brani dai contorni epici e ricchi d’influssi melodic metal, power, neoclassici e prog-sinfonici, incastonati tra un’Intro e un’Outro nelle quali si distinguono in particolare una chitarra lirica e solenne e poi il canto finale.
Gli stilemi sopra richiamati brillano, in particolare in brani impetuosi come New Dawn (uptempo veloce con chitarre neoclassiche e vortici di tastiere sugli scudi), Forever And A Day (brano power dal ritmo non forsennato, movimentato da tastiere, chitarre e canto che si rincorrono e tanta melodia) ed Emptiness (traccia spavalda dai cori guerreschi e dalla sei-corde grande protagonista ed in vena di virtuosismi.
Una sequenza di canzoni si palesa come più accattivante e non priva di spunti AOR pur nella loro complessità. Pensiamo a The Best Part Of Your Life (trafitta dai riff chitarristici di Sellitto).
Forsaken Dream ( dalla chitarra ora dolce e melodica ora neoclassica e dalla voce di Henrik Brockmann ben valorizzata) e The Last Chance (nella quale sono i tasti d’avorio in primo piano).
Tra le perle dell’album troviamo, però, un brano dall’incedere più lento. Parliamo di A Story To Tell, traccia solenne con il canto in primo piano ma contraddistinta anche da inserti strumentali ora struggenti ora vivaci.
Trust Your Heart, invece, è un midtempo quasi teatrale nell’interpretazione vocale, mentre Master Of Illusion è un heavy rock epico ed orgoglioso, con la batteria e il basso che martellano a più non posso mentre gli altri strumenti fanno le proprie acrobazie in chiave prog.
Il primo lavoro dei Timeless Fairytale, in definitiva, è un crogiuolo di classe, eleganza e perizia strumentale e vocale, che sono però mai ostentate ma sempre al servizio delle sensazioni delle pur ricche canzoni.
Francesco Maraglino