Recensione: A woman’s diary – Chapter I

Di Claudio Casero - 16 Settembre 2005 - 0:00
A woman’s diary – Chapter I
Band: Angel
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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60

Primo lavoro per Angel che altri non è che l’olandese Helena Iren Michaelsen, ex Trail of Tears e Imperia. Il resto della band è composta da Jan “Örkki” Yrlund (ex Lacrimosa e Danse Macabre), John Stam (ex Mac 11), Steve Wolz (Bethlehem) e Gerry Verstreken (ex Manic Movement).

Il genere della band viene definito come “Emotional, atmospheric, metal/goth rock” e come spesso accade in questi casi unendo svariati generi, quello che otteniamo è un lavoro che non è carne ne pesce e che sinceramente convince poco.
Nello sheet informativo la voce di Helena è presentata come angelica ma sinceramente non mi sembra niente di speciale o comunque non fa nulla che molte altre cantanti riuscirebbero a fare. In alcuni momenti infatti essa non convince per nulla risultando quasi stonata come nell’opener “Fallen Angel”, brano che riprende a tratti i cori orchestrali e polifonici alla Nightwish mentre nelle parti più lente ricorda decisamente Skin con i limiti della voce che di certo non è uguale a quella della cantante americana.
Decisamente meglio quando la musica si sposta verso territori più gothic metal come nel caso di “A woman’s diary” e “Lead you through fire” in cui la voce di Helena acquista maggior convinzione e non manca di stupire anche per quanto riguarda il cantato più incisivo e meno melodico; l’accostamento di parti lente e riflessive a momenti più ritmati in questo caso è stato fatto in maniera decisamente valida e fa aumentare notevolmente la bellezza di un lavoro che altrimenti sarebbe piatto e più adatto ad un pubblico pop che ad uno rock o metal.
Ottime anche le orchestrazioni, eseguite da Audun Gronnestad, sono sempre positive e ben architettate e riescono quasi sempre a conferire pomposità e stile ai brani; i brani in cui queste sono pressoché assenti risultano infatti alquanto noiosi e ripetitivi come nel caso di “Mother” e “Butterfly”, lenti troppo melensi e scontati per poter essere considerati veramente validi.
Canzone migliore di tutto il cd è sicuramente “Flames of destre” che, con la sua varietà e con i cori molto ben curati risolleva le sorti di un lavoro che altrimenti sarebbe piatto e banalotto. In questo brano momenti “solitari” si alternano a parti orchestrate magistralmente con cori curati nei minimi particolari e notevolmente piacevoli in tutte le sue parti; il ritmo incalzante rende il tutto ancora più piacevole (se tutto il cd fosse così!!! N.d.R.)
Nella versione digi-pack limitata del cd sono presenti anche alcune bonus tracks e un video promozionale.

Questo “A woman’s diary – Charter I” è quindi un lavoro che passa inosservato sotto molti punti di vista. Sinceramente dalla pomposa presentazione mi aspettavo qualcosa di meglio e più vitale; forse questa piattezza è dovuta anche al fatto che alcuni dei brani presenti nel cd erano stati composti da Helena alla giovane età di 12 anni. Può essere senz’altro una buona idea inserire in un cd brani che appartengono a diversi generi musicali, ma accostare momenti heavy a momenti pop mi sembra eccessivo per non parlare degli innumerevoli lenti che alla lunga stancano dal momento che, a parte qualche raro caso, risultano praticamente tutti uguali. Probabilmente sono io a non capire lo spirito di questo lavoro, ma non riesce a piacermi nemmeno dopo averlo ascoltato molte volte e, l’unica cosa che mi viene da fare è giocare a trovare le differenze tra una canzone lenta e l’altra che, ve lo assicuro, sono davvero poche.

TRACKLIST :
1. Fallen angel
2. A woman’s diary
3. Little princess
4. Butterfly
5. Lead you through fire
6. Mother
7. Glow in the dark
8. Flames of desire
9. Darkness
10. Little girl
11. Love of my life
12. Funereal

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