Recensione: A World of My Own Making
Ritorno in scena per gli olandesi Profound. Dopo aver esordito nel 2003 su Steelheart Records, la band ha divorziato dall’etichetta e ha deciso di fare tutto da sola, producendo e promuovendo con le proprie sole forze il seguito di “Deep and Sincere”. E la missione, nonostante le evidenti difficoltà logistiche, sembra essere stata coronata da successo.
I musicisti all’opera non sono certo di primo pelo, e il reciproco affiatamento ha già avuto modo di cementarsi attraverso i comuni trascorsi in band dell’underground fiammingo quali Black Knight, White Spirit, Schizofrenia e Project Ape. L’esperienza del gruppo si riflette nella solidità del sound, un heavy rock di retaggio ottantiano dalle spiccate venature progressive. Molto buono in particolare il lavoro delle chitarre, cresciute alla scuola di Satriani: i brani centrali, da “Hidden Treasure” a “Blinded” offrono un ventaglio di riff e assoli di gran classe, valorizzati da un suono pulito e potente. Qualche perplessità la lascia invece l’ormai ex-cantante Pieter Bas Borger, autore di una prova diligente e priva di sbavature, ma altresì incapace di graffiare quando le sonorità si inaspriscono. Sarà ora compito della band trovare un sostituto in grado di colmare tale lacuna (comunque non decisiva). Non a caso tra i pezzi più riusciti compaiono di diritto le strumentali “Blossom” (per chi scrive il vero gioiellino nascosto dell’album) e “The Places I’ve Been”, dolce e raffinata la prima, eclettica e avvincente la seconda. Personalità e tecnica non fanno difetto ai ragazzi olandesi, che su “A Little Paradise” danno sfogo alle loro velleità prog senza per questo perdere punti sotto il profilo prettamente melodico, dimostrando così di meritare le lodi ricevute in occasione del loro esordio di quattro anni orsono.
Piena conferma dunque per il combo di Amsterdam: sarà pure rimasto a piedi dopo l’addio alla Steelheart, ma di certo non passerà molto tempo prima che qualche altra etichetta lo inviti a salire a bordo. In attesa di quel giorno i fan dell’hard n’ heavy più ricercato faranno bene a tendere le orecchie: i Profound hanno dimostrato ampiamente di meritare già da oggi la loro attenzione.
Riccardo Angelini
Tracklist:
1. 0000
2. When silence falls
3. A Little paradise
4. Blossom
5. Hidden treasure
6. Star gazer
7. Away of life
8. Blinded
9. The land of dreams
10. The places I’ve been