Recensione: Abhorred
Oscurità e melodia possono essere due termini, apparentemente contrastanti, che ben identificano il contenuto musicale del full-length di esordio degli extreme metaller statunitensi Ob Nixilis. “Abhorred”, questo il titolo del disco, è un album decisamente ben composto ed arrangiato con alternanza tra momenti ‘introspettivi’ e sfuriate di una aggressività disarmante. Jeremy Cuchiara ha un growl caustico e grave come i più feroci cantanti della scena death floridiana hanno insegnato nel corso della Storia. Le chitarre hanno una vena corrosiva e pulsano violenza dal primo all’ultimo riff. Alcuni pezzi sono più arrangiati, altri sfornano pura brutalità ed angheria dal primo all’ultimo secondo. Ci potete sentire dentro Vital Remains, Angelcorpse (perdonate le citazioni, ma è solo per farsi capire che genere di musica avrete per le mani dato il sound pressoché unico delle band citate). La produzione è perfetta: tutto suona pericolosamente acido. Forse qualche puntata in più sulle sezioni soliste avrebbe di certo impreziosito la qualità più che discreta che si coglie da questo interessante debutto discografico. Considerato il fatto che i musicisti in questione non sono dei ragazzini alle prime armi, vien da pensare che ci sia davvero tanto potenziale in mano al quartetto del Colorado. Che dire, se adorate il death che tende al blackened, questa band, vi garantisco, non vi lascerà l’amaro in bocca. Bene così.