Recensione: Above The Beyond
Ritornati con Determinus (2018) dopo un’assenza di quasi un decennio, i finlandesi Leverage non vogliono abbandonarci, forti di una eccellente vena compositiva e della freschezza portata nella band dalla voce di Kimmo Blom e dalla chitarra di Mikko Salovaara. Ed ecco, dunque, che in questo tardo 2021 arriva nelle nostre orecchie Above The Beyond che, diciamolo subito, è un lampo di luce in un panorama rischiosamente statico e ripetitivo come è quello del power heavy rock melodico odierno.
Sì, ho dovuto usare ben quattro parole per cercare di definire la proposta musicale dei Leverage: ed è un bene. Pur nella ricchezza strabordante delle etichette contemporanee, la band non si lascia inquadrare facilmente, tante sono le sue sfumature, che oscillano alla grande tra i primi Europe e i Rainbow, passando per i Pretty Maids, il prog sinfonico e qualche vena addirittura folkeggiante. Insomma, i Leverage sono bravissimi a impastare i più diversi ingredienti e saperne trarre un risultato che non solo è originale, ma addirittura distintivo e personale. Credetemi: non ci sono tante band che suonano come i Leverage e non escono (più?) tanti dischi che sanno intrattenere come Above The Beyond.
E finalmente ascolto una band che fa la band! Un suono vero esce dalle mie spossate casse, quasi che i sei dei Leverage fossero lì con me e io con loro in una sala prove sudata e, lo ripeto, reale. Una batteria che, una volta tanto, è suonata da un essere umano; una chitarra fantasiosa negli assolo e convinta nei riff; e una voce dinamica, adattissima alla proposta e mai stucchevole.
Ascoltate l’opener Starlight e ci troverete evidenti rimandi ai mai troppo lodati MSG, ma anche pennellate di tastiere nordiche che suonano quasi come cornamuse. E al ritornello vi torneranno alla mente i primissimi Europe, quelli che non nascondevano il proprio amore per i Rainbow.
Grande heavy rock è Emperor, che pare uno dei pezzi meno power degli Hammerfall. E se il folk epicheggiante torna nella buona Into The New World, ecco che il rock melodico e dinamico degli Eclipse fa capolino in Do You Love Me Now.
Angelica si apre con una chitarra tra il folk e il rock più leggero: ma la voce di Kimmo Blom le dà un afflato epico e dolce al tempo stesso, se è vero che il pezzo si dipana poi come una ballad lontana dagli abusati cliché del genere.
Heavy power in levare è la bella Under His Eyes, che nel ritornello mi suggerisce ricordi dei Pretty Maids, senonché una parte strumentale nel bel mezzo della canzone spariglia le mie ordinate carte con quel suo accenno vagamente prog metal. E che assolo! che convinzione nell’uscirne in una strofa che più power non può essere. Sulla medesima linea si pone Falling Out Of Grace, seppur con un ritornello più catchy e rock. Invece, Galleria è un mid-tempo cadenzato che nella strofa richiama i Black Sabbath di fine anni Ottanta (quelli di Tyr per capirci) e nel refrain alleggerisce la presa con una melodia decisamente più rock e meno heavy. Ma è la struttura del brano a renderlo costantemente dinamico e motivato in ogni sua parte, con il risultato che l’ascoltatore resta allacciato alla canzone: è un piacere ascoltarla e risacoltarla.
Infine, ecco Silence: nove minuti di sublime heavy rock decisamente debitore ai primi Europe, ma al contempo sinfonica, epica, divina (nel senso di Ronnie James) nell’approccio, malmsteeniana e, dunque, rainboniana, nel riff principale, progressiva, fresca e stupefacente nel cambio continuo delle atmosfere: insomma, un grandissimo pezzo heavy metal, che nel 2021 riassume quanto il genere ha prodotto nella propria declinazione più classica e, forse, amata. Punto.
Lo avrete ben capito: a me i Leverage piacciono. E molto. Leggete l’ampiezza di riferimenti e l’articolazione delle descrizioni che mi sono dovuto inventare per provare a mettere nero su bianco quanto potrete trovare in Above The Beyond: capirete quanto varia sia la proposta dei Leverage, capaci di non cadere nella trappola della confusione che potrebbe scaturirne.
Sarà per la pochezza della concorrenza e per l’effettiva qualità del disco, ma sono certo che Above The Beyond entrerà nella mia classifica dei migliori prodotti del 2021. Ascoltatelo: ci troverete melodia non banale, arrangiamenti appropriati, ritornelli ficcanti, assolo convincenti, strutture inattese, ma soprattutto una band pienamente cosciente di sè. Non è poco: è tantissimo.
Buon divertimento.