Recensione: Above The Weeping World
I due fenomeni melodici, nel metal estremo, degli ultimi dieci anni sono stati decisamente il filone Gothenburg del death svedese e quello gothic/prog dei più recenti Opeth: e gli
Insomnium hanno pensato bene di mettere sul piatto un 50/50 tra i due stili senza la minima inventiva personale, solo tirando fuori qualche idea melodica vincente, che però non basta a supplire alle mancanze compositive.
La band non è nata ieri: due apprezzati album alle spalle, un recentissimo tour di spalla ai Satyricon, gli Insomnium propongono una musica non esattamente fallimentare, tutt’altro; ma nemmeno utile a progredire sulla scena metal, e questa non è una mancanza da poco. Perché se stessimo parlando di esordienti con poche idee potremmo giustificarli, ma il plagio agli ultimi Dark Tranquillity che si verifica lungo l’80% di
Above The Weeping World è decisamente colpevole, e non invoglia l’ascoltatore a spendere 20 euro per l’acquisto dell’album. Sì, qualcosa resta: l’apertura con
The Gate (manco a dirlo), il riff portante di At The Gates Of Sleep, poco altro.
Troppo poco, davvero troppo poco per promuovere un album che ha il solo pregio di godere di un budget decente e quindi di una valida produzione: ma se stessimo solo a questi parametri dovremmo promuovere tutti. E non si può.
Mi rendo benissimo conto che, nella cronica mancanza di creatività di questi
anni, molta gente, magari le fasce più giovani e ancora dotate di scarsi punti
di riferimento, si accontentino del clone del solito gruppazzo: non è il caso
però di ingrassare ulteriormente le casse di etichette abili a sfruttare trend
in realtà già moribondi.
Alla prossima, Insomnium.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. The Gale 02:41
2. Mortal Share 04:00
3. Drawn to Black 06:00
4. Change of Heart 04:31
5. At the Gates of Sleep 07:05
6. The Killjoy 05:23
7. Last Statement 07:32
8. Devoid of Caring 05:40
9. In the Groves of Death 10:08