Recensione: Abyss PT I [EP]

Di Daniele D'Adamo - 8 Ottobre 2023 - 0:00
Abyss PT I [EP]
Band: Annisokay
Etichetta: Arising Empire
Genere: Metalcore 
Anno: 2023
Nazione:
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85

Che si chiami post-hardcore oppure metalcore, per gli Annisokay il risultato è lo stesso. Cioè, il loro stile. Che, come per pochi, ammanta di solida personalità ogni uscita disocografica. Che sia un full-lenght, che sia soltanto un EP oppure un semplice singolo, emerge sempre con forza un carattere multiforme, caleidoscopico, perfettamente definito in ogni suo dettame. Come in questo caso, chiamato “Abyss PT I”. Forse l’epigono di successive realizzazioni? Chissà?

Nel frattempo, meglio tuffarsi in ‘Into the Abyss’, intro strumentale ma anche ambient ma anche elettronico, che lascia trasparire qualche nota che, poi, successivamente si ritroverà lungo il percorso dell’EP. Intro dalle emozioni profonde, che scava a fondo nell’anima creando una breccia nella quale, appunto, gli altri cinque brani possano entrare al fondo all’anima stessa.

Gli Annisokay sono una band dotata di esperienza, dalla tecnica ineccepibile, con i vari componenti che vengono bilanciati irreprensibilmente da una produzione piena, possente ma allo stesso tempo linda e pulita come un lenzuolo bianco dopo un lavaggio perfetto. “Abyss PT I”, difatti, suona magnificamente, durante la sua riproduzione. A livello, insomma, del meglio che ci sia attualmente al Mondo in materia di metal estremo. Sì, estremo, poiché, nonostante tutto, la musica non si dimentica della rudezza mista a delicatezza tipicamente rinvenibile dei generi *.core. Certo, in questo caso ove la melodia è il cardine principale del tutto e il metalcore diventa melodic. Melodic metalcore, ovvero la migliore definizione per indicare la fattispecie tipologica del combo teutonico. E così sia.

Come accennato, Rudi Schwarzer & Co. sono professionisti esemplari. Bravissimi nel ricoprire ciascuno il proprio ruolo. Tant’è che il risultato complessivo, come detto ma non fa male ribadirlo, è un prodotto che può competere con chiunque, oggi, e non solo nel campo del metallo. Esaltare la maestria tecnica posseduta dai quattro ragazzi di Halle è necessario, poiché consente loro di scatenare un tanto clamoroso quanto raro virtuosismo compositivo. Una valentia totale, che gli dona essi la capacità di scrivere canzoni semplicemente bellissime. Un aggettivo, questo, vago e abusato, ma adatto a tratteggiare con immediatezza le ridette cinque tracce di “Abyss PT I”.

Tracce che, una per l’altra, possiedono un carattere unico, irripetibile. Bagnate sino ad affogare nello stile-Annisokay, esse, senza fatica, con naturalezza, riescono a entrare nel cervello esattamente come fatto prima per l’anima. I ritornelli sono di una musicalità clamorosa, uno più incredibile dell’altro, immersi in una matrice di energia generata dall’uso picchiato degli strumenti, come peraltro esige la foggia musicale di cui trattasi. Breakdown e stop’n’go appesantiscono l’incedere massiccio delle strofe per poi lasciare liberi di esplodere i refrain. Un modus compositivo che teoricamente dovrebbe dare sempre buoni frutti ma che così non è, se non si ha dentro un quid in più degli altri.

Affinché il tutto funzioni, alla base della costruzione armonica ci deve essere tuttavia un’invisibile inclinazione per il songwriting. Quel qualcosa in più che funge da fonte nelle menti dei Nostri. Una genialità naturale che, per essere sfruttata, esige massima abilità di esecuzione. E così è. E, infatti, messi in riga perché lo meritano, ‘Into the Abyss’, ‘Human’, ‘Ultraviolet’, ‘Throne of the Sunset’, ‘Calamity’ e ‘Time’ danno luogo a un quintetto di episodi straordinari. Legati assieme da un altro stilema che contraddistingue il melodic metalcore: la malinconia. Struggente singulto che pone chi ascolta nella migliore condizione per percepire la nascita, in sé, di sentimenti vivissimi. Un mood melanconico che permea l’EP, anche quando l’andamento è scoppiettante e falsamente allegro come accade all’inizio di ‘Calamity’.

Ma è con ‘Ultraviolet‘, a parere di chi scrive, che gli Annisokay raggiungono l’apice dell’opera. In essa s’intersecano harsh e clean vocals, nonché rap (sic!), che s’immergono nell’oceano di tastiere e di sintetizzatori con un chorus che, davvero, si stampa per sempre nel cervello, accanto ai ricordi più languidi e maestosi.

Maestosi, sì, questi sono gli Annisokay, e “Abyss PT I” è il loro nuovo colpo da maestro.

Imperdibili.

Daniele “dani66” D’Adamo

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