Recensione: Abyss Rising
Tornano con un nuovo disco i Nightrage, band di melodic death metal nata da genitori greci e svedesi. “Abyss Rising”, il neonato, è il terzo e ultimo capitolo di una trilogia composta da “The Venomous” (2017) e “Wolf to Man” (2019).
“Abyss Rising” è anche il nono full-length di una carriera iniziata nel 2000. Carriera che ha visto un numerosi cambiamenti della line-up e che, comunque, non ha mai risentito per ciò di cali tecnico-artistici. Della formazione originale è rimasto il solo Marios Iliopoulos, chitarrista e talune volte anche cantante. Il quale ha inciso il demo di partenza, sempre nel 2000, niente po’ po’ di meno con l’ormai leggendario Gus G., personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni. A testimoniare, appunto, la volontà di esprimersi con musicisti altamente professionali e, non di meno, talentuosi.
“Abyss Rising”, ispirato in parte dall’Inferno dantesco, rappresenta la visione che i Nostri hanno dell’Umanità, irrimediabilmente destinata a precipitare nell’abisso di distruzione creato da essa stessa. L’Inferno sulla Terra, insomma.
Liriche a parte, i Nightrage propongo il «solito» death metal melodico. Solito fra virgolette poiché è diventato ormai raro assistere a un qualcosa che non sia contaminato da altro. Si tratta, cioè, della purezza di uno stile che, nella sua apparente semplicità, può regalare molte soddisfazioni agli appassionati. Quindi, «solito» va inteso come un pregio non da poco, e non come un difetto. È chiaro che il sound sia allineato alla perfezione consentita dalle possibilità tecniche in mano ai produttori, tuttavia è encomiabile la volontà di non stravolgere la propria natura artistica. Si tratta di non rinnegare le proprie radici, in fondo. Anzi, di perpetuare nel tempo la solidità di un marchio di fabbrica dai contorni ben marcati, rispolverandolo appena appena di volta in volta che esce un nuovo LP.
E, in questo, si può dire che i Nightrage siano dei maestri. Maestri nel concentrarsi con maggiore intensità nella composizione, dato atto che la foggia musicale è strettamente assodata. Alcuni potrebbero non essere d’accordo con questo approccio, preferendo invece un’attitudine rivoluzionaria. Ma, almeno a parere di chi scrive, il metal ha bisogno di punti fermi, di paletti, di certezze. Di concetti, cioè, che siano chiari a tutti e che siano esemplificativi di un dato genere o sottogenere del metallo, in questo caso, oltranzista. Sì, perché, comunque, “Abyss Rising” è un’opera estremamente potente, ricca di musicalità, dall’umore fresco e dall’andamento gustosamente scoppiettante, non mancando nemmeno furiosi passaggi dettati dai blast-beats (‘Pest Ridden Tide’).
Il songwriting, difatti, libero di spaziare entro dettami a priori ben stabiliti, regala un gruppo di canzoni assai piacevoli da ascoltare e mandare a memoria, opener-track (e anche title-track) ‘Abyss Rising’ in primis. Le melodie appaiono tutte centrate nell’obiettivo di essere accattivanti senza diventare stucchevoli (‘9th Circle of Hell’). Merito anzitutto di Ronnie Nyman, frontman dall’ugola scabra che s’inventa una specie di growling isterico, molto vicino alle harsh vocals; lasciando accuratamente da parte la voce pulita, a volte noiosa in occasione dei ritornelli. Tant’è che la sezione specificamente dedicata alle armonie è gestita unicamente dalle chitarre (‘Swallow Me’, ‘The Divergent’), irreprensibili nel loro rincorrersi e intrecciarsi sia nella fase ritmica, sia, soprattutto, in quella solista. Con una buona manciata di assoli eseguiti con rimarcabile perizia e con un tocco di classe non indifferente.
Concludendo, i Nightrage riescono ancora una volta a dare alle stampe un lavoro che non stravolgerà il mondo del melodic death metal ma che, con immediatezza e scioltezza, regala dei brani costruiti in maniera impeccabile. Fatti apposta per essere masticati e quindi digeriti con piacere.
Linearità, vivacità, comprensibilità, Nightrage, “Abyss Rising”.
Daniele “dani66” D’Adamo
