Recensione: Ad Nauseam
Il mito dell’old school death metal non conosce né cali di forma, né interruzioni. Anzi. Si prendano a questo proposito i britannici The Rotted. Nati da poco (2008) ma già autori di un full-length (“Get Dead Or Die Trying”, 2008), un EP (“Anarchogram”, 2010) e un altro album ora in uscita (“Ad Nauseam”). Ben lungi da avventurarsi nei territori ove il death si sta evolvendo dalle sue forme primordiali, Ben McCrow (voce, ex-Gorerotted, ex-Dãm), Tim Carley (chitarra, ex-Gorerotted), Reverend Trudgill (basso, Screamin’ Dæmon) e Nate Gould (batteria, Screamin’ Dæmon, Apocalypse Warhead, ex-Gorerotted, ex-Agonyst) propongono una devastante rivisitazione di tutto ciò che possa rimandare ai Padri fondatori quali per esempio i Napalm Death, gli Entombed e i compianti Dismember.
Se però bisogna proprio fare dei nomi, le sonorità di “Ad Nauseam” possono far venir voglia di tirar fuori dal cilindro qualcosa di più antico. Quando, cioè, il death era così vicino al thrash e al black da non essere, ancora, un’entità a se stante. Primi fra tutti i Necrodeath e i Bulldozer (eccesso d’orgoglio italico?) poi i Morbid Angel e quindi i Possessed. Già: McCrow e compagni risalgono la corrente sino alle sorgenti nere ove le acque melmose contengono diluite, ancora, il cadavere dell’heavy metal. Da cui, come si sa, è partito tutto.
Con un’operazione d’indubbia maestria, tuttavia, i The Rotted hanno ripulito il loro sound iper-marcio sciacquandolo nella macchina del tempo, cioè dotandolo delle caratteristiche musicali tipiche del nuovo millennio. Si ha a che fare – cominciando dalla mefistofelica copertina – con un sound sì vintage ma niente affatto vecchio e superato, quindi perfettamente calato nella metà degli anni ottanta e, contemporaneamente, nel 2011. Difatti, a uno spigoloso guitarwork tagliato con l’accetta, s’innestano il caldo pulsare del basso e le furibonde sfuriate dei blast beats; identificativi – anche – dell’abilità (forza più potenza più fantasia) posseduta dallo scatenato Gould. McCrow fa infine da collante per i vari pezzetti con il suo bestiale quanto stentoreo growling, isterico come i più scellerati screaming.
Come si può intuire, la materializzazione di un suono così armoniosamente bifronte non è un’azione a portata di tutti ed è questo il segno particolare che caratterizza il progetto The Rotted. Il rimando al 1985 e dintorni, inoltre, fa comprendere che si trovano invischiati, nella rete abilmente tessuta dai Nostri, i grossi nomi dell’hardcore punk aglo-americano di quel periodo come Discharge, GBH, Cro-Mags e Agnostic Front. Il che complicherebbe ulteriormente la cristallizzazione di uno stile ben definito, compatto e riconoscibile. Invece, “Ad Nauseam” non mostra alcun tentennamento nell’esplicitazione della sua personalità artistica: i The Rotted hanno le idee chiare, in materia di tipologia musicale, e sanno come metterle in pratica.
Terribile e tangibile, pertanto, la loro ferrea determinazione a ricalcare le orme dei precursori ingigantendo – grazie ai moderni mezzi tecnici – l’impatto di un suono che, venticinque anni fa, difettava a volte di spessore e aggressività. Certo, il supporto della Candlelight non è da sottovalutare così come la produzione di Russ Russell (Napalm Death, Dimmu Borgir, The Exploited, Evile, Lock Up, Leng Tch’e, Amorphis) e il lavoro compiuto presso i Parlour Studio di Kettering (UK); tuttavia l’energia profusa dai quattro londinesi è davvero genuina e debordante.
Foriera di questa interpretazione della vecchia scuola death è, sin da subito, l’opener “Anarchogram Sun”, retta da un travolgente giro del carnoso basso di Rev. Trudgill. Se i ritmi si mantengono non troppo elevati, con “Rex Oblivione” s’incomincia a fare male per davvero. Un riff portante tanto semplice quanto quadrato, diluito nelle sfuriate dei blast beats, diventa il tormentone del CD. C’è poi il lugubre death’n’roll di “Surrounded By Skulls”, in Motörhead-style; quindi la vertigine capovolta di “Non Serviam”, robusto mid-tempo d’estrazione black metal pieno zeppo di rallentamenti e accelerazioni. La discesa agli inferi prosegue, ancora, con la forza di un rullo compressore mediante la violentissima, hardcoriana “Just Add Nauseam”.
L’amore dei The Rotted per l’ossessiva iterazione armonica tipica del punk trova nella fulminante “Entering The Arena Of The Unwel” un altro elemento di distinguo. “The House Of Bedlem” fa da palestra per la cavernosa ugola di McCrow il cui timbro, qui, fa un po’ il verso a quello di Peter dei Vader (non a caso vocalist del combo polacco sin dal 1986). “Apathy In The UK” è l’occasione, per il quartetto d’Albione, di mettere sul piatto un crossover del tipo di quello sparato dai connazionali Anaal Nathrakh. Di nuovo dedicata alla leggenda di Lemmy, come da titolo, “Motörbastärds”, anche se le potenze in gioco rispetto al trio di Londra sono esponenzialmente più elevate. Echi di roghi, rintocchi di campane e umore ossianico: la base di “The Hammer Of Witches” è questa. Il furibondo growling di McCrow non fa dimenticare che l’anno giusto è il 2011, tuttavia i ricordi corrono rapidi alle arcane melodie dei mitici Angelwitch della NWOBHM. Il mood oscuro che avvolge la song, come un lungo sudario nero, intrappola anche la conclusiva “Put Me Out Of Your Misery”, definitiva, lentissima discesa negli orridi abissi ove alberga il Maligno.
Proseguendo la consolidata tradizione che, negli ultimi anni, sta caratterizzando il Regno Unito, “Ad Nauseam” è un altro manifesto dell’old school death metal. I The Rotted non manifestano alcun difetto nel materializzare la propria attitudine musicale, anche se il songwriting non regala episodi memorabili e il piglio generale, tutto sommato, non raggiunge alte vette di originalità. La botta che procura l’album, però, è davvero terremotante e, alla fine, è forse questo, quel che conta.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Anarchogram Sun 3:02
2. Rex Oblivione 3:04
3. Surrounded By Skulls 3:29
4. Non Serviam 3:51
5. Just Add Nauseam 2:58
6. Entering The Arena Of The Unwell 2:39
7. The House Of Bedlem 3:51
8. Apathy In The UK 2:30
9. Motörbastärds 3:11
10. The Hammer Of Witches 5:09
11. Put Me Out Of Your Misery 5:47
Durata 39 min.
Formazione:
Ben McCrow – Voce
Tim Carley – Chitarra
Reverend Trudgill – Basso
Nate Gould – Batteria