Recensione: Adore Mortal Passion
Una sorpresa davvero grossa questi Aivarim! Giunti dal Piemonte, terra che sforna abitualmente gruppi dediti all’oscurità e con sfondo esoterico, il gruppo, sinora a me sconosciuto, sforna un demo che va considerato tale solo nominalmente, dato che potrebbe essere venduto in qualsiasi buon mailorder come un vero e proprio mini-CD di primissima qualità.
Il sound della band è orientato verso il filone più modernista e cibernetico del black metal, senza mai sconfinare dalle radici scandinave che ne hanno forgiato i canoni e realizzando, tramite una formazione di soli 3 componenti, un dischetto dalle potenzialità immense e semplicemente da godere: i riffs di chitarra sono modellati su quanto proposto negli anni da Dark Funeral e compagnia, con una drum machine dai suoni perfetti e programmata in modo tale da superare per qualità anche gente come Diabolicum ed Octinomos, veterani della scena industrial-black; su tutto si staglia la voce di Amon, un classico screaming reso comunque in maniera estremamente espressiva.
I pezzi in sè sono quanto di meglio ascoltato nel settore estremo italiano ultimamente: a partire dalla title-track, posta in apertura del demo, abbiamo strutture complesse ed azzeccate, tempi veloci senza mai sfociare nel caos, grazie anche alla produzione realizzata nei romani Temple of Noise; il pezzo fa notare da subito le capacità di arrangiamento sopra alla media, ed è quello che forse più si avvicina allo stile di Ahriman e compagni, aggiungendovi una sobria componente sinfonica a rendere più vario il tutto, senza mai sconfinare in certe pacchianate da tastiera. Non è da meno la seguente The Fall of the Holy Mountain, che nel riff di apertura mi ha ricordato molto gli Emperor di “Anthems…” e che procede tramite un’alternanza tra chitarre taglienti e veloci e stacchi su cui la fa da padrone il basso di Tod (cosa davvero rara nel black metal). Verso la fine il pezzo riprende di nuovo quel tipo di sinfonia “di sfondo” tipica appunto dei vecchi Emperor, in un continuo vai e vieni di atmosfera e violenza assoluta.
Goetia è invece la traccia maggiormente sperimentale del lotto, dato che trae la propria forza principalmente dalla sovrapposizione del classico riffing iperveloce a beats elettronici che la percorrono ripetutamente; in generale forse il pezzo con cui gli Aivarim osano di più nel forgiare un sound del tutto personale, qualcosa che possa distinguerli in mezzo a mille gruppi. La conclusiva Dawn over Gehenna, al contrario, rientra nei binari del black melodico ma feroce, con melodie più dilatate, senza però rinunciare agli intermezzi d’assalto sonoro puro e semplice. Bellissima la parte semi-acustica a tre quarti della canzone, con la successiva ripresa elettrica, molto epicheggiante.
Questi ragazzi sono maturi per un ottimo contratto, e relativo debut album, da subito: spero solo che non si smarriscano nei meandri del music business perchè sarebbe davvero un delitto perdere un gruppo dalle idee così fresche e rinvigorenti per la scena. Gli amanti del black metal in ogni caso adoreranno questo demo, che ha la capacità di farsi riascoltare più volte, come qualsiasi ottimo album, senza stancare, e che diventerà sicuramente un pezzo da collezione da custodire gelosamente. Complimenti!
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Contatti:
Aivarim c/o Vadda
Str. di Roracco n. 13
12089 – Villanova Mondovì (CN)
E-mail: aivarim@hotmail.com
Tracklist:
1. Adore mortal passion
2. The fall of the holy mountain
3. Goetia
4. Dawn over Gehenna