Recensione: Advent
Niente da fare; non riesce proprio a convincermi questo lavoro. Ed è un peccato, perchè si capisce chiaramente che gli April Ethereal non appartengono a quei gruppi immobili e senza idee. C’è anche il rovescio della medaglia, purtroppo: ossia, che per portare avanti idee avanguardistiche bisogna essere in grado di realizzarle, cosa che non è per nulla facile. “Advent” sembra invece un minestrone di mezze idee, assemblate senza nessun criterio sensato.
La loro musica, detto in termini molto riduttivi, è Black Metal farcito abbondantemente da tastiere, tanto fa farmi credere che lo scopo finale desiderato andasse decisamente oltre il puro e semplice black. Atmosfere molto dark aleggiano per tutta la durata dell’album, ma spesso l’effetto è più di sonnolenza che d’altro.
8 tracce, tutte unite tra loro come a formare un unico concept; già l’idea di partenza è parecchio pretenziosa. I brani sono decisamente lunghi, quasi mai ripetitivi da un punto di vista tecnico, ma molto da un punto di vista uditivo. Le tastiere vengono utilizzate copiosamente, certe volte anche a sproposito, ma non c’è una traccia, dico una, che si distingua dalle altre per un qualsivoglia motivo. Il lavoro procede immobile per tutta la sua durata, senza niente che possa cogliere veramente l’attenzione.
A risaltare sono infatti tanti brevi, troppo brevi, istanti: come ho già detto, sprazzi di idee incompiute, che vengono abbandonate in mezzo ad un marasma di suoni senza troppo senso. Se non fosse stato per certe trovate molto interessanti, questo Cd sarebbe stato una vera e propria catastrofe: uno di quei lavori da buttare dopo il primo ascolto. Devo invece ammettere che, nonostante quanto detto fino ad ora, c’è una forte volontà da parte del gruppo di fare bene.
Mi spiace sul serio dover esser così critico nei confronti di questo “Advent”, perchè è stato un’occasione buttata via nel vero senso della parola. Sono sicurissimo che con una produzione un po’ migliore e una minor voglia di strafare sempre e comunque, ci saremmo trovati di fronte ad un Cd impeccabile. Invece il risultato finale sfiora l’estremo opposto. A qualcuno forse piacerà, ma sicuro non più di tanto. Ok, l’ho già detto, il Cd è qualcosa di diverso dal solito; ma per essere innovativi bisogna anche fare cose sensate. Voto in eccesso per l’impegno.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Her Silent Cry At Dawn
02. The First Step Into The Unknown
03. Departure
04. The Repose
05. Hologram
06. The Last Glance Into Her Eyes
07. Truth
08. Epilogue