Recensione: Adversarial Paths: The Sinister Essence
Il ritorno dei blackster greci Kult of Taurus si è fatto parecchio attendere, soprattutto per chi ama bazzicare tra i siti alla ricerca di band nuove e poco conosciute; Ed è proprio tra questi gruppi che i ‘Kult of Taurus’ si sono fatti strada con grande determinazione e freschezza compositiva, cosa che li ha portati ad aggiungere alla loro giovane discografia un secondo album, questo ‘Adversarial Paths: The Sinister Essence’.
Se il loro nome non vi dice nulla, vi basti sapere che questi 5 ragazzi, dopo svariati EP e Split, si sono potuti avvalere di una collaborazione di peso al mixaggio, capitanata da un grande nome come Vicotnik (cantante e chitarrista dei ‘Dodheimsgad’). Questo ha permesso all’album d’esordio Divination Labyrintus di avere non solo un maggior risalto sulla scena black, ma anche una resa sonora perfetta per le composizioni che fin dai primi minuti risultavano personali e con forti accenti sperimentali e avanguardisti.
Se nel primo lavoro però a dominare erano le ben salde e tipiche sonorità del black metal, con questo ‘Adversarial Paths: The Sinister Essence’ possiamo notare una maggiore ricerca stilistica che va a toccare perfino alcune tipiche sonorità Post Metal, rendendo l’ascolto molto particolare e a primo impatto difficile, complice anche il minutaggio corposo di alcune track del lotto.
Tuttavia le canzoni che spiccano maggiormente sono proprio quelle con una durata maggiore, come ad esempio la lenta ‘Edafio’, capace d’immergere l’ascoltatore nella parte più cupa ed oscura del platter; oppure come la conclusiva ‘Arch of Existence’, che in 9 minuti e mezzo racchiude perfettamente lo stile dell’album, permettendoci di assaporare tutte le ispirazioni di natura prog che il gruppo ha voluto inserire.
Non mancano i rimandi al primo lavoro, come in ‘ The Piercing Conjunctions of the Sinister’; questa traccia infatti riporta in auge la tipica formula black metal ma riesce comunque a risultare fresca e piacevole.
Un enorme difetto invece lo troviamo in produzione, che questa volta infatti risulta all’altezza del suo compito, segando di molto il suono di batteria e chitarra, impedendoci di apprezzare appieno le doti tecniche del gruppo, danneggiando l’ascolto e compromettendo in parte il risultato finale.
In conclusione, ‘Adversarial Paths: The Sinister Essence’ rimane un album degno di nota, che segna un punto importante nella giovane carriera di questi volenterosi greci. Seppur con qualche notevole lacuna l’album riesce a convincere, servendo in tavola un black interessante che, si spera, nel tempo subirà ulteriori evoluzioni.