Recensione: Aeon

Di Alberto Fittarelli - 16 Settembre 2003 - 0:00
Aeon
Band: Zyklon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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82

Gli Zyklon vogliono rappresentare, probabilmente, il settore più moderno del metal estremo, dove death, black ed industrial si incontrano a mezza strada, sposandosi col feeling thrash più acido, quello degli Slayer d’annata: già da qualche annetto progetti come questo si sviluppano nelle zone nord europee (e non solo), e penso ai Myrkskog, ai portoghesi Sirius, in diverso modo anche ai Red Harvest. Ma la particolarità degli Zyklon è quella di miscelare più generi senza farne spiccare uno in particolare, creando così la sensazione di trovarci di fronte ad uno stile nuovo ed allo stesso tempo antico, solido e fortunatamente non ruffiano.

O almeno questa era l’impressione che i norvegesi davano col loro debutto su Candlelight, quel World ov Worms uscito ormai un paio di annetti fa: con Aeon invece gli Zyklon compattano di colpo il loro sound, lasciando pochissimo spazio alla sperimentazione, a quelle voci pulite che chiudevano il predecessore, ad esempio; in quest’album troverete infatti per lo più violenza pura, che significa non solo un assalto ritmico ma anche momenti di furia repressa e controllata, imbrigliata da chitarre taglienti ed espressa da una delle voci più maligne uscite ultimamente dalle lande nordiche, con un Secthdamon davvero sugli scudi ed in grado di non fare rimpiangere l’ex-singer Daemon. E l’anima della band è come sempre il cupo Samoth (anzi, ora Zamoth), co-autore con gli Emperor di una delle pagine più influenti del black metal ed ora convertitosi a toni decisamente più apocalittici: il suo riffing ritmico ed essenziale è la vera ossatura nei pezzi del gruppo, dove è poi l’altro chitarrista Destructor a svolgere alla grande il lavoro solista.

Ma le idee non mancano di certo in questo lavoro, che ci propone una varietà di soluzioni mascherate dalla ferocia del suono: dall’impatto di Psyklon Aeon passiamo ai ritmi cadenzati di Core Solution, corrosiva e logorante come un qualsiasi pezzo di Blessed are the sick dei Morbid Angel; ottimi gli assoli di Destructor così come i leggeri inserti di tastiera in sottofondo. Velocissima la terza Subtle Manipulation, dalle influenze black metal decisamente marcate e dove possiamo apprezzare al 100% il drumming fenomenale di Trym; e saltellando qua e là nella tracklist non possiamo non fermarci ad analizzare la bellissima ed articolata Specimen Eruption, dal chorus irresistibile, un pezzo che dal vivo farà sfracelli; o gli inserti elettronici in Electric Current, forse il pezzo più atmosferico (relativamente parlando) dell’album.

Aeon è quindi un compendio dell’esperienza di musicisti affermati e della loro volontà di creare qualcosa di nuovo senza per questo rivoluzionare nulla, con un disco dalle tinte cupe ed apocalittiche, dove il grigio è il colore dominante tra sprazzi di tinte forti. Un album che inizialmente avevo giudicato piatto, proprio perchè molto più “classico” del debutto, dove si notavano maggiormente le singole influenze del gruppo: ma Aeon va analizzato con calma, assorbendone le lievi sfumature, apprezzandone anche i momenti inconsueti, come il ritornello melodico su An Eclectic Manner. Consigliatissimo ai fan dell’estremo, un album che cresce man mano e che resterà nei vostri cd-player a lungo.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Psyklon Aeon
2. Core Solution
3. Subtle Manipulation
4. Two Thousand Years
5. No Names Above the Names
6. The Prophetic Method
7. Specimen Eruption
8. Electric Current
9. An Eclectic Manner

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