Recensione: Aethernal Wile
Sembrava quasi fossero tornati nelle cripte dalle quali erano saltati fuori, nel 2003, con quel demo che porta il nome di The Haunter of the Dark. Invece fieramente da Teramo, Abruzzo, tornano i Dark Haunters con uno dei demo più sorprendenti degli ultimi anni.
Li avevamo lasciati con atmosfere tenebrose e uno stile che tendeva distintamente a portarsi verso i Cradle of Filth, con quel cantato stridulo e quelle melodie transilvaniche alle quali attingono ben più di una band in questo ventunesimo secolo che sembra dominato dalle wave più oscure della musica come l’emo, il goth e il dark.
Cinque anni, evidentemente di studio e sviluppo, hanno portato a questo maestoso Aeternal Wile che vede immediatamente l’abbandono dello scimmiottamento Dani Filthiano e il ritorno, anzi, l’arrivo, di strutture di black sinfonico di altissimo livello, a tratti persino sublimi.
Lo stile colto è quello del grande black sinfonico dell’ultimo quindicennio: la maestosità dei Dimmu Borgir, l’eleganza sopraffina degli Emperor e la grinta, perché no, dei Children of Bodom grazie a tastiere preponderanti, mai moleste, e grazie a un cantato in scream mai volgare e di ottima estensione vocale.
Le cinque tracce lasciano davvero parlare di sé: i brani sono completi, ben strutturati, orecchiabili e adrenalinici. Il batterista proviene evidentemente dalla fuoriosa scuola del black di primo pelo, mentre i chitarristi danno bella mostra delle loro capacità in tracce come “Lord of the Wolves” o nel capolavoro “My Noble Creature“, dove spunta persino un’eccellente controparte vocale femminile presa in prestito direttamente dal gruppo-cover ufficiale italiano degli Evanescence.
La complessità melodica delle canzoni proposte, sempre in bilico tra black, death e brevi sprazzi quasi maideniani; l’estrema professionalità di tutti i musicisti coinvolti e il missaggio tutt’altro che casuale mi lascia pensare che la band conosca esattamente il proprio valore, dimostrato anche dai continui “viaggi” dei propri componenti in band italiane anche di un certo calibro.
Ne ho ascoltati centinaia di demo nella mia vita e questo è tra i lavori che più sento vicini a una release ufficiale: una lucidatina qua e là e sarebbe perfetto per sfondare sul mercato. La cosa che mi sconvolge è il motivo per cui un simile lavoro ancora non ha una bella etichetta appiccicata in fronte, mentre altri gruppi, molto più dozzinali e meno ispirati, sono cullati e coccolati dalle label come fossero i nuovi Judas Priest.
Consigliatissimi a ogni cacciatore di talenti nostrani e a ogni amante del black sinfonico d’alto livello, nonché consigliati al povero grafico che ha scritto “Aethernal Wile” sulla copertina e “Aethernal While” sulla costoletta, per cui non sapremo mai qual è il vero titolo di questo demo. Ma il mistero, nel metal, è sempre il benvenuto.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
TRACKLIST:
I. All Threads Of Our Life
II. Guilt And Expiation
III. Lord Of The Wolves
IV. My Noble Creature
V. Inside The Temple Of Devotion