Recensione: After the Fall from Grace

Di LeatherKnight - 29 Ottobre 2002 - 0:00
After the Fall from Grace
Band: Savage Grace
Etichetta:
Genere:
Anno: 1987
Nazione:
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81

Ricordo che tra il merchandising ufficiale dell’epoca, era disponibile una tshirt nera che recava sulla parte frontale il logo “Savage Grace”, in rosso, e dietro era campeggiava la scritta, dello stesso colore, chiara, nitida, graffiante: “THRASH WITH CLASS“. Un ottimo slogan per una tshirt, ma non solo; infatti questa dichiarazione lapidaria si addice in verità, come è logico, anche alla pura natura di questa micidiale band californiana e del loro inconfondibile sound.

Nella fattispecie, il loro secondo album (questo che mi sto accingendo a recensire) è la concretizzazione di questo slogan. Un’attitudine incline al pestaggio, sempre stemperato comunque da un elegantissimo tocco di ricercatezza che va a completare la stravagante personalità di questo eccezionale gruppo.

Come se ce ne fosse bisogno, diamo un’occhiata un attimo alla copertina totalmente killer che anche questa volta fregia il disco in questione: che spettacolo! Più sessista della cover di “Head On” dei Samson, più violenta della fumettistica “Tyrants” dei Jag Panzer, più inquietante di “Hot Zone” dei Revenge..semplicemente puro stile Savage Grace. Hell Yeah!

Anche sul piano musicale, dunque, si fa sentire la nuova atmosfera del gruppo. Ciò è dovuto essenzialmente ai cambiamenti (non irrilevanti) in seno alla macchina da guerra “Savage Grace”; stavolta Christian Longue si occupa anche delle vocals e dietro la batteria si siede tale Mark Marcum, che ben soddisfa le richieste della nuova direzione musicale dei nostri eroi.

I secondi Savage Grace  infatti spostano il tiro verso una dimensione sonora dove la furia del passato fa ora spazio ad una cromatura tutta speciale: riff veloci e melodici spianano la strada ad un irrefrenabile lavoro sinergico di basso/batteria, su cui regna solennemente il timbro tagliente e cristallino di Longue. La differenza tra “Master of Disguise” e “After the Fall from Grace” è sensibile, ma non toglie nulla al glorioso nome di questa band.

C’è da dire che “After..” tecnicamente si pone meglio rispetto al suo predecessore; gli arrangiamenti sono più curati, gli assoli sono più mirati e la composizione di ogni singolo brano gode di un’impostazione molto più peculiare rispetto ai pur sempre micidiali hits del precedente lp.

Apre “A Call To Arms” , opener dall’incedere fottutamente marziale, che esplode poi nell’anthemica “We Came, We Saw, We Conquered”; le affilatissime vocals del buon Christian vanno a cesellare il raffinatissimo lavoro di tessitura di altrettanto taglienti trame di riff spargi sangue, magistralmente congiunti dal martellamento incessante dei signori East/Marcum. Da lì in poi è tutto un susseguirsi libidinoso di straordinari passaggi musicali dove lo Speed Metal viene ripreso e rimodellato senza problemi da questi eccezionali artisti: se l’HM è il fuoco che accende la vostra mente e mette in moto il vostro cuore, rimarrete pienamente appagati da questa ennesima prestazione dei mitici SG. Sarà un onore ed un piacere farvi trapanare dal vellutato magnetismo della prodigiosa “Destination Unknown”, la possessiva “Trial By Fire”, “Ages of Innocence” (in parte militaresca, a tratti orientaleggiante, poi splendidamente US Metal style) e tutte le altre tracce insomma!

Ancora una volta, questi Sodomizzatori del Metallo Pesante sono stati in grado di farci toccare l’Inferno ed il Paradiso grazie alla perizia chirurgica delle loro manine ed alla geniale perversione delle loro menti. Come loro nessun altro!
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) A Call To Arms
2) We came, We Saw, We Conquered
3) After the Fall from Grace
4) Trial by Fire
5) Palestina
6) Ages of Innocence
7) Flesh And Blood
8) Destination Unknow
9) Tales of Mistery

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