Recensione: Afterburner
Che botta! E chi si aspettava che i Sinister, scioltisi e riformatisi
dopo l’esperienza “al femminile” della singer Rachel Heyzer-Kloosterwaard
e due dischi non esattamente esaltanti, se ne uscissero tranquillamente su
Nuclear Blast con un album che si candida ad essere tra i migliori dell’anno
in corso?
Afterburner propone una band decisamente rinnovata, sia
quanto a line-up che per quanto riguarda lo stile: dal death metal soffocante e
pregno di atmosfere oscure di capolavori come Diabolical Summoning
ed Hate si è passati oggigiorno ad un uso della tecnica volto a
favorire l’ingresso di soluzioni melodiche – attenzione, niente di svedese,
nemmeno lontanamente! – e progressive che conferiscono ai nuovi brani quella
marcia in più che ormai da qualche annetto sembrava mancare al combo olandese.
Su tutte si collocano canzoni come Men Down, semplicemente perfetta nel
suo articolarsi tra il feroce e l’oscuro, con un break centrale recitato da
brividi.
Tutti i brani mostrano di possedere una marcia in più: strutture intricate
ma comprensibili, riff potenti e pesanti al punto giusto ed un gusto per un
death metal “moderno” che sa però mantenersi saldamente radicato alla
propria provenienza. Difficile giudicare negativamente un album così ispirato e
piacevole, aggettivo che mal si sposa col death metal ma che descrive bene lo
stato d’animo di chi li dava per persi e li ritrova dopo qualche anno di fiacca.
Le idee fioccano lungo tutta la tracklist, rendono vario quello che sembra
essere il secondo (e non il settimo) album di una promettente band; ma chi
conosce la loro storia sa che le origini sono chiare, nonostante il radicale
rimescolamento di ruoli all’interno della band.
Una vera sorpresa quindi, che riscatta la debolezza mostrata impietosamente
nei solchi di Savage Or Grace: Aad Kloosterwaard, ora buon
cantante e non più batterista, riporta finalmente la band orange ai fasti di un
tempo.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. The Grey Massacre 04:16
2. Altruistic Suicide 05:14
3. Men Down 06:02
4. Afterburner 04:55
5. Presage Of The Mindless 07:37
6. Into Submission 05:17
7. The Riot Crossfire 03:50
8. Flesh Of The Servant 07:47
