Recensione: Against Oblivion’s Shade

Di Marco Turco - 24 Gennaio 2012 - 0:00
Against Oblivion’s Shade

La storia ci racconta che il Seprio, diciamo grossomodo fra le attuali province di Varese e Como, fu territorio conteso, toccato dalla guerra dei signori Lombardi. Forse è nel DNA di questa zona divenire fucina di band di Metallo Epico – ne diciamo una a caso a caso, toh: i DoomSword. E poi ci sono gli  AEternal Seprium: che già dal nome si ispirano a questa terra, e che oggi giungono al debutto discografico con questo “Against Oblivion’s Shade” (che esce sotto lo stendardo Nadir Music). Come tutte le cose migliori, nacquero in un pub davanti ad alcuni boccali di birra (sono sicuro che andò così anche per l’Iliade). Era il 2000, e l’ensemble all’epoca si chiamava Black Shadows: abbiamo davanti una band che ha attraversato oltre un decennio e due demo (le cui canzoni si ritrovano quasi tutte qua sopra), prima di arrivare a questo album.

Partiamo dalla copertina: splendida, al tempo stesso eroica ed elegante (come i disegni all’interno del booklet), che descrive perfettamente il sound degli AEternal Seprium. Musicalmente siamo davanti a un connubio tra Epic Metal e Metallo classico-powereggiante. Le lezioni di guerra di Warlord e Virgin Steele sono fuse a cavalcate maideniane, innesti folk (per fortuna non esageratamente “allegri”) e melodie che richiamano qua gli Slough Feg e i Queensryche dei periodi d’oro.

L’assalto parte con “The Man Among Two Worlds”, brano dai tempi abbastanza veloci, che mette subito in mostra le qualità tecniche e compositive dei guerrieri del Seprio. Riff melodici, refrain da battaglia sostenuti dalla voce notevole di Stefano Silvestrini, i cui acuti richiamano parecchio quelli di Morby (peccando forse un poco nella pronuncia inglese). Dopo “Vainglory” (brano sulla scia dell’Epic ellenico alla Battleroar) è il turno di uno dei colpi di spada migliori di tutto il disco, almeno a parere di chi scrive: “Sailing like the Gods of the Sea”. Sorprende davvero l’essere davanti a una band che non sia accontenta mai di fare il “compitino”, ma forgia pezzi di acciaio pieni zeppi di arrangiamenti e linee per nulla banali.

Notarella invece dolente sulla produzione: uno stile come quello degli AEternal Seprium avrebbe richiesto un po’ più di cura nella resa sonora, soprattutto per quel che riguarda le chitarre. Le asce di Colombo e Filace calano dritte, ma a volte non colpiscono potenti quanto dovrebbero.

Parentesi d’obbligo sulle liriche: sono tutte incentrate sulla storia italiana, con riferimenti a protagonisti e fatti più o meno noti, e sono tutte mediamente belle. Piccola critica sul font con cui sono stampate sul libretto: leggerle comporta una sanguinosa lotta fra le parole e le diottrie.

Qua e là nel disco fanno capolino inserti di cantato in lingua madre, che aggiungono valore al tutto.
Andiamo avanti, citando altri hit: “Victimula’s Stone”, “The Oak and the Cross”, la fantastica ed epicissima “In Sign of Brenno” (che i nostri non mancano mai di eseguire dal vivo per inneggiare all’eroe gallico e le gesta dei guerrieri che giunsero fino a far tremare le porte di Roma). Arriviamo così a un brano totalmente in italiano, “L’Eresiarca”: prova di coraggio da parte dei ‘Seprium, da cui escono vincitori. Chiusura con la quasi auto-celebrativa “Under the Flag of Seprium”, inno di vendetta del “contado”, la cui storia termina con la distruzione di Castel Seprio nel XIII secolo.

Qualcosa da migliorare c’è. Ma ci sono anche tante ragioni per consigliare l’acquisto di questo “Against Oblivion’s Shade”. Se poi consideriamo che si sta parlando di un disco di debutto e di una band che ha realmente delle grandi potenzialità… beh, bersaglio centrato.

Marco “Dreki” Turco

Discutine sul forum relativo

Tracklist:
The Man Among Two Worlds
Vainglory
Sailing like the Gods of the Sea
Soliloquy of the Sentenced
In Sign of Brenno
Victimula’s Stone
Soltice of Burning Souls
L’Eresiarca
The Oak and the Cross
Under Falg of Seprium

Line-up:
Stefano Silvestrini – voce
Santino Talarico – basso
Adriano Colombo – chitarra
Leonardo Filace – chitarra
Matteo Tommasini – batteria