Recensione: Against The Law
Si pensò subito che gli alfieri della fede cristiana avessero cambiato rotta: “Against the law” era un titolo abbastanza indicativo!!!In realtà, come ammisero loro stessi, l’intenzione era quella di essere conosciuti come una band che suonava un buon hard rock e non solo come i celeberrimi lanciatori di bibbie. Con questo disco Sweet e company propesero stilisticamente per un rock più ruvido e stradaiolo rispetto all’heavy rock di album grandissimi come “Soldiers under command” e “To hell with the devil”. Col senno di poi, si può a ragione dire che gli Stryper non s’indurirono con quest’album (perché, poi, brani come “In God we trust” e “Soldiers under command” si possono definire leggeri?!?), ma cambiarono proprio rotta, avvicinandosi in un certo senso alla vena più bluesy di band come Guns n’ Roses e Cinderella. Già dalle foto di copertina si avvertiva questo sostanziale cambiamento: via lustrini, capelli cotonati, abiti giallo-neri, in favore di un look da veri rockers, stivali, giacche di pelle, capelli lunghissimi e sguardi da duri. Quando poi parte la musica, con l’ottima title track, ci accorgiamo di entrare in territori tanto cari alle street-band: via i chorus, gli assoli cristallini e i funambolici passaggi tra i due axe-men Oz Fox e Michael Sweet, in favore di riff di chiara matrice hard-blues e di un’interpretazione vocale più maschia e ruvida. Ma siccome la classe non è acqua, i nostri reinterpretano uno stile a modo loro e ne nasce la splendida “Two time woman”, puro rock n’ roll style, in cui la voce di mr. Sweet diventa abrasiva come la carta vetro. Come non citare poi “Two bodies (one mind, one soul)”, riuscitissimo mix di hard rock e blues? “Not that kind of guy” è cattivissima nel suo incedere speed rock, il funky-metal di “Shining star” in cui il buon Michael dà un saggio di cosa voglia dire urla isteriche é una delle cover (degli Earth, Wind & Fire, n.d. Mauro Gelsomini) più riuscite che abbia mai sentito; “Ordinary man” dal riff secco risulta un ottimo pezzo di rock duro prima di tuffarci nella sognante “Lady” splendida ed immancabile ballad elettro-acustica stavolta interamente giocata tra fraseggi e soli di chitarra, tralasciando volutamente i pomposi arraggiamenti tastieristici e le melodie di piano che erano il marchio di fabbrica delle precedenti ballate targate Stryper. E’ quasi ora di chiudere i battenti ed il vorticoso ed intricato riffing di “Caught in the middle” surriscalda nuovamente l’atmosfera risultando un gran pezzo di class metal. Nella seguente “All for one, one for all” riaffiorano reminiscenze passate specie nei cori cristallini e nella delicata melodia, ma conclude il lavoro uno dei pezzi più tirati ed isterici dell’intero album, tanto per evidenziare qual è la nuova direzione intrapresa dal gruppo dei fratelli Sweet. Questo fu, purtroppo, il loro canto del cigno, il canto del cignodi uno dei gruppi più sottovalutati che la storia della nostra amata musica rock ricordi. Mi auguro solo che una (per me attesissima) reunion renda giustizia ai grandi Stryper. In God we trust.
Tracklist:
- Against the Law
- Two Time Woman
- Rock the People
- Two Bodies
- Not That Kind of Guy
- Shining Star
- Ordinary Man
- Lady
- Caught in the Middle
- All for One
- Rock the Hell Out of You