Recensione: Age of decadence
Credo che la mia passione per la scena metal partenopea sia oramai una cosa risaputa ai più, una città che, musicalmente parlando, è un’identità multiforme di suoni e colori, costituita da un numero impressionanti di acts provenienti da diverse estrazioni musicali, ma che come tutte le grandi città, ha il solo difetto di risultare ostica nei confronti di quei musicisti che cercano di fare dell’heavy metal la propria ragione di vita.
Ma nonostante tutte le difficoltà incontrate quotidianamente sul proprio cammino, c’è ancora un numero sparuto di impavidi eroi che continua a non demordere e a tenere vivo il fuoco del sacro metallo alimentando la fiamma divina con la propria passione e la smisurata devozione che, al giorno d’oggi, solo in pochi dimostrano di possiedere. Ed è da questo movimento sempre in continuo fermento che arrivano gli Adamanter, giovane quintetto che con “Age of decadence” giunge al tanto sospirato demo di debutto dopo anni di dura gavetta passata fra prove in cantina e sparute esibizioni on stage.
Per la felicità del sottoscritto, noto con piacere che i nostri hanno l’onore di riportare, ancora una volta, sulle scene il dotatissimo (capisce’a me NDBeppe) Mario Mosca, vocalist che ha avuto l’onore di prestare la sua voce ad un numero impressionanti di bands locali, uno di quei pochi singer che, almeno qui in Italia, è sempre in grado di fare la differenza e di dare quel senso di sicurezza ad una band. Registrato come al solito ai Jumping Spider’s studio, una specie di “house of music” per i musicisti di Napoli e dintorni, il demo in questione dimostra, ascolto dopo ascolto, di possedere parecchie frecce al proprio arco. Certo, la proposta musicale degli Adamanter, non è quanto di più originale io abbia ascoltato ultimamente, ma come dicevamo, la passione e la dedizione che traspira da ogni singola traccia di questo lavoro, riescono a compensare anche le piccole imperfezioni classiche delle prime prove da studio. Infatti, nell’arco delle sei tracce che compongono questo demo, la band dimostra più volte di essere in grado di forgiare delle ottime melodie come dimostra il brano d’apertura “Treasure of the world/Final Attempt”, un brano che emana un’emotività ed un phatos davvero senza pari, una sorta di coacervo fra sprazzi di melodic power metal e momenti più epici, il tutto contornato da un magniloquente coro polifonico Savatage-style, grazie anche all’pporto degli amici Valiance, di sicuro i maestri specializzati nel campo dei cori. Ma i perni su qui ruota l’intero songwriting degli Adamanter, è la coppia di chitarristi Amedeo De Angelis/Massimo Cammarota, e la passione che i due nutrono per certe sonorità teutoniche, si denotano nel repentino uso delle chitarre sdoppiate, anche se a mio avviso i due axeman dovrebbero ritoccare in parte i propri solos che alcune volte, risultano un tantino fuori dal contesto sonoro (Bloodstorm). Discorso che cambia invece nella parte finale del demo, che pare essere dedicata ai vecchi appassionati del metal classico come il sottoscritto, i quali avranno di che gioire all’ascolto di “Wind of Death”, arcigno mid tempo fra divagazioni dal sapore dark di scuola New Wave Of British Heavy Metal, ed estasiarsi sulle note di “Wizard in your mind” che riporta alla memoria le lezioni impartite dai maestri Gamma Ray/Helloween in primis.
Un ottimo dischetto dunque, soprattutto se si pensa che si tratta di un debutto, come dicevamo i margini di miglioramento sono alla portata della band che, se saprà smussare quelle piccole imperfezioni di cui sopra, sono certo che potrà compiere il salto di qualità che tutti gli auspicano.
Beppe “HM” Diana
Track list
01) Treasure of time (Intro)
02) Final attempt
03) Bloodstorm (between Heaven and Hell)
04) Winds of death
05) Wizard in your mind
06) Age of decadence (Outro)