Recensione: Age of Excuse
Nati nel 2000 a Cracovia, i Mgła sono uno dei principali esponenti del black metal polacco, ormai famosi in tutta Europa. Come molte altre band della scena black, in origine erano il progetto in studio del polistrumentista Mikołaj “M” Żentara, affiancato nel corso degli anni da altri artisti della scena locale; sarà poi nel 2006 che la line-up si assesterà con il batterista Maciej “Darkside” Kowalski. Il primo full-length della band, “Groza”, arriverà nel 2008 con un elemento che sarà poi ricorrente in tutti gli album successivi: l’uso di numeri anziché titoli per nominare le canzoni (es. ‘Groza I’, ‘Groza II’, ecc). Con l’uscita di “With Hearts Toward None”, nel 2012, il duo decide di iniziare a suonare dal vivo, supportato nella performance live da altri musicisti. Nel 2015 M e Darkside fondano l’etichetta “No Solace”, che cura principalmente i titoli dei Mgła e quelli del progetto gemello Kriegsmaschine.
Il 2 settembre 2019 è uscito “Age Of Excuse”, il quarto album in studio della band. Le prime quattro tracce si sviluppano in un crescendo di velocità, intensità e oscurità, accompagnate da testi dal linguaggio ricercato che dipingono un’umanità corrotta. ‘Age Of Excuse I” si apre con uno strano scricchiolio bagnaticcio che farebbe impazzire chiunque soffrisse di misofonia; si continua poi con un riff ritmato che dà una struttura ben definita al pezzo. Il brano nel suo complesso non è particolarmente innovativo ma è corposo, godibile e tiene alta l’attenzione verso il resto dell’album che verrà. Il secondo capitolo inizia subito in blast beat, sensibilmente più veloce e aggressivo, rivelando anche una buona struttura di bassi a creare un’atmosfera di tenebra ovattata che ritroveremo per tutta la durata del disco. L’impeto rabbioso dei Mgła dà però il meglio di sé nel terzo e nel quarto brano, dove danno sfogo a ritmi cavalcanti e riff taglienti; in particolare, in ‘Age Of Excuse III’ la chitarra solista sembra una sirena d’allarme che squilla forte a voler sovrastare il resto della musica.
Nonostante quest’opera non si distingua per originalità, fino a qui si rimane coinvolti nell’ascolto; essendo sei le tracce, ci si chiede se la foga crescente si spingerà oltre ogni limite o se si arresterà con brani molto lenti a fare da contrappeso. Il problema è che le tracce ‘V’ e ‘VI’ non offrono nulla di tutto ciò. In ‘V’ sì, c’è un leggero rallentamento dei tempi, ma non tanto da creare un contrasto netto con quanto ascoltato prima; ‘VI’, poi, ritorna molto veloce e potente, ma a questo punto l’interesse è già scemato. In definitiva, questi ultimi due pezzi non offrono nulla di intrigante oltre a un generico black metal eseguito bene.
Questo “Age Of Excuse” è sicuramente un album di ottima produzione, di una band salda sulla propria identità. Tuttavia si tratta di un’opera standard, godibile sul momento ma che non lascia nessuna impressione, né osa uscire fuori dal tracciato con idee più innovative. Il rimanere fermi sul proprio carattere (stereo)tipicamente “black” è atteggiamento comune a molte band e parte del genere in sé, ma spesso porta molti artisti talentuosi a stagnare nel processo creativo. Questo è un peccato, soprattutto con band con i Mgła dalle quali ci si aspetterebbe qualcosa in più.