Recensione: Agent Orange
Che gli Slayer abbiano “inventato” il thrash metal moderno mi sembra quasi scontato ma sarebbe sbagliato ritenere che, in quel periodo (1986/87) non ci siano state altre band oltre a quelle Californiane a suonare questo “nuovo genere”.
I Sodom, insieme ai Kreator ed ai Destruction ne sono un esempio lampante.
Il trio formato da Angelripper (basso e voce) ,Blackfire(chitarra) e Witchhunter (batteria) si presentò con il superbo Persecution Mania nel 1987(In The Sign Of Evil 1984, fu pubblicato solo in Germania).
Nel 1989 tornarono più cattivi che mai per sfornare il capolavoro che li avrebbe resi celebri in tutto il mondo: Agent Orange.
Già dalla copertina si intuisce che il messaggio che la band vuole trasmettere non è molto diverso da quello del lavoro precedente: tutte le lyrics di questo album parlano della guerra, soprattutto quella del Vietnam, denunciandola in tutte le sue forme.
Sicuramente questo lavoro supera in tutti i campi quello precedente ma quello più evidente è dato dalla, finalmente, ottima produzione che rende l’album apprezzabile al 100%.
Tornando a parlare dell’album in sé, fin dalla prima canzone si capisce che il suono non è cambiato ma è stato ritoccato: il riffing serrato e brani compatti e veloci si sprecano, mentre la rauca voce di Angelripper intona i terribili refrain che danno, alla fine, il suono che ci si aspetta dai Sodom: acerbo e sfacciato.
Non aspettatevi canzoni complicate o con melodie strane: la musica che i tedeschi vogliono suonare è diretta, senza fronzoli cattiva e violenta.
Si parte con una canzone che, da sola, rappresenta i Sodom: Agent Orange questa è un concentrato di cattiveria come traspare anche dal testo duro e crudo:”Operazione ,versa giù la morte,giù sulle loro industrie, assalti contro la popolazione, soppressa dalle armi militari,solo tu eviti la foresta, legalizza la guerra, loro sono deprivati della loro forza, eliminazione senza una legge. Agente arancione, un fuoco che non brucia”.
Altre canzoni degne di nota sono “Tired and Red”,”Incest” e “Exhibition Bout” che scatenano una gloriosa tempesta Thrash metal che riesce ad ipnotizzarti e a farti canticchiare il ritornello mortale anche dopo il primo ascolto.
I tre, non contenti, inseriscono un pezzo che sembra quasi punk: “Ausgebombt”letteralmente “Devastato dal bombardamento”, in cui il testo fa capire, come se ce ne fosse bisogno, da che parte stanno i tre teutonici:”Nessuno scambio con la morte, Nessun scambio con le armi,Facciamo a meno della guerra,Impariamo dal passato”.
Quest’ultima va sentita almeno una volta in tedesco, lingua che la valorizza non poco.
Mi preme particolarmente far capire a tutti quanto contrari alla guerra siano i Sodom: spesso mi è capitato di sentire discorsi di gente che o non comprendo l’inglese oppure non avendo mai provato a tradurne i testi pensa che siano 3 esaltati a favore della guerra.
Insomma questo album è veramente bello e vario, da avere a tutti i costi, una pietra miliare del thrash metal “duro” e che però potrebbe risultare un pochino indigesto per chi ama il thrash stile Metallica o l’Heavy Metal classico.
Inoltre un album che risulterà molto più “profondo” di quello che qualcuno può pensare sentendolo la prima volta.
La track-list:
1. Agent Orange
2. Tired And Red
3. Incest
4. Remember The Fallen
5. Magic Dragon
6. Exhibition Bout
7. Ausgebombt
8. Baptism Of Fire
9. Don’t Walk Away
Arrangiamenti: Witchhunter/Blackfire
Testi: Angelripper