Recensione: Aghora

Di Onirica - 29 Luglio 2002 - 0:00
Aghora
Band: Aghora
Etichetta:
Genere:
Anno: 2000
Nazione:
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83

Sono passati ormai due anni dall’uscita di questo disco. Il suo contenuto, un pentolone incandescente di tecnica ed emozioni, ispirazioni musicali fra le più disparate e poesia lirica, resta tuttavia, oltre che sconosciuto ai più, anche impareggiabile come unità indifferenziata di atmosfera e originalità.
Diamo un’occhiata alla formazione di questo gruppo straordinariamente sperimentale:

Danishta Rivero, vocals
Santiago Dobles, lead guitar/coral sitar programming
Charlie Ekendahl, guitar
Sean Malone, bass
Sean Reinert, drums/tabla/percussion

Insomma, avrete capito di cosa sto parlando. Il duetto Malone/Reinert (basso e batteria dei Cynic nell’unica release del 1993) torna alla carica con un disco tanto affascinante quanto suggestivo, accompagnato da una giovanissima mezzo-soprano dietro l’asta del microfono e dalla colonna portante del gruppo alle sei corde, rispettivamente Danishta Rivero e Santiago Dobles. In effetti, gli Aghora nascono nel 1995 dalla mente di questo poco più che 19enne chitarrista, nonchè studente alla Berklee School of Music. Nel 1997, Santiago si trasferisce a Miami dove incontra i suoi amatissimi Cynic: qualche anno più tardi, i due Seans avrebbero fatto del debutto degli Aghora un esordio grandioso, unendo alla musica già scritta dal giovane chitarrista, un tocco di elevata esperienza, originalità, professionalità e sintesi artisticoespressiva. Non mancherà la presenza di un altro membro dei Cynic, il chitarrista Jason Gobel, alle prese del brano più lungo presente all’interno di questi 54 minuti, ovvero Jivatma, forse il più vicino ai brani dei Gordian Knot. 

Le linee di basso sono irresistibili, raggiungono la loro apoteosi in Satya ad esempio, ma Malone non esita a lasciare la sua firma utilizzando il chapman stick per conferire maggior respiro in alcune parti del disco che non vogliono essere troppo tirate e schematiche, ma piuttosto tendono a distendersi per poi crescere con nuove distorsioni. Geniale assolo di chitarra in Kali Yuga. Santiago Dobles si dimostra non solo un ottimo compositore, tra l’altro anche le lyrics sono state scritte per la maggior parte da questo chitarrista, ma nonostante la giovane età, un musicista con un’avanzata padronanza dello strumento e della tecnica. Il risultato è un prog particolarissimo, atmosferico e minaccioso, originale nella voce della Rivero, violento nelle origini death metal di Reinert e Malone nei Cynic, di Charlie Ekendahl nei Mendacity.

C’è un significato spirituale nella parola che definisce questo album. Il termine AGHORA indica la sensazione di benessere nell’appartenere alla luce, l’assoluta ed incorruttibile tranquillità interiore in contrasto con il mondo caotico in cui siamo costretti a vivere, alienazione da sè, non intesa come patologia psicotica ma, al contrario, come pace interiore. La miracolosa capacità ci vedere il bene in ogni cosa, un distacco netto dal ‘materiale’ che circonda i nostri sensi. In questo concetto troviamo l’essenza di questo gruppo: sebbene conservi diversi tratti dì oscura atmosfera, ogni sonorità si rivela nuova e fresca, capace di imprimere una spinta verso l’alto al nostro ascolto, grazie soprattutto alla magia di una voce stupenda. Concludo con un punto interrogativo: può la musica trasmettere il Nirvana? Calatevi nel profondo e rilassatevi con questo disco, probabilmente avrete la vostra, personale risposta.

Questo disco è stato prodotto da Santiago Dobles e Dan Escauriza, co-produttore Sean Malone.
Non dimenticate la traccia multimediale, avrete una bella sorpresa!
Ancora indecisi? Ascoltate Mind’s Reality.

www.aghora.org

Andrea’Onirica’Perdichizzi

TrackList:

1. Immortal Bliss
2. Satya
3.Transfiguration
4. Frames 
5. Mind’s Reality
6. Kali Yuga
7. Jivatma
8. Existence
9. Anugraha

 

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