Recensione: Agorapocalypse
Gli Agoraphobic Nosebleed sono ormai da qualche anno uno dei gruppi più rinomati del panorama grindcore americano. Nati da una costola del prolifico Scott Hull, meglio conosciuto per essere il chitarrista dei Pig Destroyer, si sono fatti strada nella mischia di gruppi a colpi di album composti da quantità abnormi di tracce, testi deviati con tematiche a base di droga e violenza e tempi impossibili degni di un frullatore, raggiunti con l’ausilio della drum machine.
Anche questo nuovo Agorapocalypse mantiene l’uso del famigerato Drumkit from Hell (per intenderci, lo stesso software utilizzato su Catch 33 dei Meshuggah e sviluppato con l’aiuto del batterista degli stessi) ma si discosta decisamente dal resto della discografia per una serie di fattori. Il primo di questi si può notare senza neanche mettere il cd nel lettore e riguarda il numero di canzoni, ora molto ridotto rispetto al passato. Il salto da un centinaio di tracce alla dozzina del nuovo album è una scelta legata ovviamente al songwriting, che è ora indirizzato verso un deathgrind più corposo e consistente, oltre che più tradizionale. La struttura delle canzoni è quindi più varia, più ragionata e permette a Scott Hull di mettere maggiormente in risalto le sempre presenti influenze di thrash metal e crust punk, valorizzate dai suoni migliori di tutta la discografia del gruppo, mettendo invece quasi totalmente da parte la componente noise. Anche la velocità spropositata cede il passo ad una programmazione della drum machine più “umana” e realistica e contribuisce a dar corpo all’idea che questa ultima incarnazione degli Agorafobici è si folle come al solito, ma non così folle come ci avevano abituati.
Un’altra considerazione da fare riguarda la parte vocale. Ben tre sono i vocalist impegnati in questa release, sempre per la gioia della varietà compositiva, tra i quali spicca Katherine Katz: una ragazza che sembra nata dallo stesso stampo di Mel Mongeon dei Fuck The Facts, e che quindi porta con se attributi maschili da far invidia a molti che, invece, dovrebbero possederli di diritto.
A conti fatti, Agorapocalypse è un bel cd di deathgrind. Decisamente diverso dai precedenti, meno psicotico e più (relativamente) accessibile e canonico. Lo scoglio della drum machine, uno strumento non proprio amato da tutti, è qui reso più digeribile anche per chi generalmente non lo sopporta. In ogni caso, se non avete mai ascoltato gli Agoraphobic Nosebleed e non avete dimestichezza con il cybergrind date un ascolto alle tracce sul myspace ufficiale prima di portarvi a casa il disco. Se invece siete dei vecchi fan, prendete e godetene tutti, sono sicuro che apprezzerete il cambiamento.
Michele Carli
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Tracklist:
1. Agorapocalypse Now [mp3]
2. Timelord One (Loneliness of The Long Distance Drug Runner)
3. Dick To Mouth Resuscitation
4. Moral Distortion [mp3]
5. Hung From The Rising Sun
6. First National Stem Cell And Clone
7. Question Of Intergrity
8. Timelord Two (Paradoxical Reaction)
9. Trauma Queen
10. White On White Crime
11. Druggernaut Jug Fuck
12. Ex-Cop
13. Flamingo Snuff