Recensione: Alien

Di Alberto Fittarelli - 7 Aprile 2005 - 0:00
Alien
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Genere:
Anno: 2005
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92

1997: esce il capolavoro City, disco di
definitivo lancio dei canadesi Strapping Young Lad nell’olimpo delle
migliori metal band mondiali.
2003: dopo un periodo di abbandono derivato dai progetti soliti
del loro unico leader, Devin Townsend, gli SYL risorgono con un album omonimo,
diversissimo dal precedente ma di ottima fattura
2005: esce Alien, ed è una nuova conferma.

Si potrebbe riassumere così, molto in breve, la storia di questa band
assolutamente fondamentale, gruppo che ha sempre seguito logiche estranee a
quelle del tradizionale mercato discografico: dischi spesso indefinibili se non
dopo molti ascolti, a cui è impossibile applicare un’etichetta sola, e che
ridisegnano di volta in volta parte del metal estremo con commistioni
praticamente uniche. Che cos’è cambiato, quindi, negli Strapping
odierni?

Molto, e allo stesso tempo niente: molto perchè il suono del gruppo ha
ritrovato quella miscela perfetta di violenza e melodia, quell’equilibrio che
sul disco precedente aveva un po’ perso, a favore della brutalità quasi
incontrollata. Niente, perchè tutto ha origine come sempre nella mente folle di
Townsend, nel suo voler mettere in musica “le note che ci circondano
ovunque, come facciamo a non sentirle?” (da una sua vecchia intervista). Il
cantante/chitarrista ha deciso di isolare nuovamente, per quello che è il
principale tra i suoi innumerevoli e cangianti progetti, solo le sue paranoie,
le sue nevrosi, le sue debolezze interiori; sceglie di strutturarle in
forme-canzoni che si adattino alla sua personalità e non il contrario; e di
dare in pasto il tutto agli affamatissimi fans in tutto il mondo, gente che
conosce bene il curriculum (e la chiave di lettura) di un simile artista.
Forme-canzoni, appunto: definite secondo regole decisamente perfezionate
rispetto al disco del 2003, dove il senso di incompiutezza pervadeva anche i
pezzi migliori, pregni comunque di tante idee da riempire la discografia di un
qualsiasi gruppo normale. In Alien Townsend coglie l’attimo
di unione tra potenza metal e suggestioni sinfoniche, sempre di stampo
industrial/allucinato, ovviamente: ma ricopre il tutto di arrangiamenti geniali
nella loro semplicità. Si fanno così strada le voci bianche di Shitstorm,
una vera e propria suite, tra i capolavori del gruppo; l’atmosfera da vicolo
umido e neon disturbanti di Skeksis; il coro di Possessions,
centrato sulla potenza interpretativa di Townsend e sulla sua rabbia,
contrapposta alle voci di bambini che, come già detto, vanno e vengono lungo
tutto il disco, come contraltare allucinato delle vocals al vetriolo del
canadese. 

Sarebbe poi semplicemente criminale ignorare l’importanza nella costruzione
di questo gioiello da parte degli altri 3 membri della band, su tutti Gene
Hoglan
: onnipresente, forse l’unico drummer capace di applicarsi alla stessa
filosofia compositiva di Townsend, lasciandosi andare alla pure
espressione in musica, senza regole, senza schemi, senza la minima
prevedibilità. E il muro di suono creato da Simon e Stroud con
basso e chitarra, incomparabile ad un qualsiasi disco, ad eccezione forse di un
certo Demanufacture
Gli Strapping Young Lad decidono anche di lasciarci per un momento a bocca
aperta con un intermezzo acustico (ma fate attenzione ai particolari, e vedrete
come sotto all’aura pinkfloydiana emerga comunque il loro gusto per
l’elettronica) che sa molto di beffa, così come quella Zen, posta a
chiusura dell’album (escludendo una Info Dump che consiste in 11 minuti
di delirio noise-elettronico!), che invita quasi a ritrovare armonia interiore
dopo una mezzora di sfracelli sonori. L’unica cosa che però resta alla fine
dell’ascolto, quando si è vissuto a pieno un disco così pieno, intenso, è
l’accorgersi di trattenere il fiato: fate un bel respiro, un secondo di pausa,
poi tornate a premere il tasto Play. Vi verrà naturale per molto tempo.

Alberto “Hellbound” Fittarelli

Tracklist:

1. Imperial 
2. Skeksis 
3. Shitstorm 
4. Love? 
5. Shine 
6. We Ride 
7. Possessions
8. Two Weeks 
9. Thalamus 
10. Zen 
11. Info Dump

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