Recensione: Alive Vol.1
I Fingernails non esistono più.
Questo ha deciso Maurizio “Angus” Bidoli, fondatore del gruppo, nel novembre del 2021 (qui sua intervista) dopo la morte di Marco “Bomber” Santoni avvenuta lo stesso anno e seguita a quella, clamorosa, di Riccardo “Duracell” Lipparini, nel lontano 1990.
Li definii, secoli addietro, su di una testata cartacea, come la band italiana che suonava più Motörhead degli stessi Motörhead, esagerando volutamente un po’.
Certo è che un disco come il loro omonimo del 1988 non passò inosservato: una palla infuocata di metallo duro, feroce, grezzo e aggressivo che segnò la carriera dei Fingernails, che non seppero più ripetersi a quei livelli e nello stesso tempo indelebilmente la storia dell’heavy metal italiano.
Nei Fingernails passarono molti musicisti anche se nell’immaginario collettivo la classic killer line-up permane quella formata dall’onnipresente Angus (chitarra, voce) in compagnia di Duracell (batteria) e Bomber (basso), con la variante Chris Bianco dei Raff, vecchia triglia dell’acciaio tricolore, sempre al basso.
Un’altra delle formazioni con i controcolleoni della loro storia fu comunque anche quella che si esibì presso il Live Club di Trezzo sull’Adda (MI) all’interno del Rock Hard Festival III del 2012, in un’edizione al fulmicotone che prevedeva i Marduk come headliner e appena sotto Bulldozer, Artillery, Assassin, Raw Power, Immolation, Helstar, Exumer, Phantom-X, Opera IX e Antropofagus. I Fingernails schieravano Anthony Drago (anch’egli per un periodo nei Raff) alla voce, Richard Star al basso, El Charlo alla batteria e ovviamente Maurizio “Angus” Bidoli alla chitarra.
Quella loro performance fu interamente catturata in presa diretta e viene oggi riproposta come parte portante di Alive Vol.1, album che vede la luce per la Old Times Records, sussidiaria della Metal Zone di Gianfranco Belisario. Ad accompagnarlo un libretto di quattro pagine con molte foto della band e le note tecniche essenziali oltre ai bellissimi disegni di Dario Calì sia per la copertina che per il retro.
Questo scrissi quando redassi il live report di quel festival a proposito dei romani (qui l’intero articolo):
Alcuni dei convenuti in quel di Trezzo d’Adda erano lì specificatamente per Loro: i Fingernails da Roma capitanati da un’istituzione del Metallo tricolore come Maurizio “Angus” Bidoli. Nella mezzora scarsa a disposizione i Nostri hanno impressionato come sempre: click-bang dall’inizio alla fine a testimoniare come una band rodata come Loro non tema confronto con nessuno. Anthony Drago è singer e performer consumato, grazie anche al suo glorioso passato nelle file dei Raff, Bidoli la solita “macchina” e non da meno risultano Riccardo al basso e Carlo Usai alla batteria. Dopo l’inizio affidato a Suicide Generation tratto dal nuovo album Alles Verboten l’attenzione si è riversata su Dirty Wheels, Crazy For Blow Job – con Angus alla voce – e soprattutto Heavy Metal Forces, veri inni più che semplici canzoni e il pubblico dei Live Club ha dimostrato di apprezzare parecchio. Roma Caput Mundi, quindi, anche in quel di Trezzo, nel cuore della Lombardia, da domenica i Fingernails si sono ritagliati sicuramente una nuova fetta di pubblico.
Musicalmente, dentro Alive Vol.1, c’è quello che deve esserci: cannonate quali “Dirty Wheels”, “Heavy Metal Forces”, “Queen Of The Street” e “Crazy For Blow Jobs” con quest’ultima interpretata da un marcissimo Bidoli alla voce. A chiudere il tutto, “Destroy Western World” e “Prisoner” catturate al Teatro Dell’Applauso di Guidonia nell’aprile del 2010.
Lunga vita ai Fingernails.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
![Fingernails [Reissue]](/data/thumbs/4/1/9/186bbc33a005901a4b46004ebf9fd5cb0.jpg)
