Recensione: All In

Di Fabio Vellata - 26 Marzo 2025 - 8:30
All In
Etichetta: Art of Melody Music
Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2025
Nazione:
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82

Bello ritrovare dopo così tanto tempo un gruppo valido e di grande qualità come i Wheels of Fire.
In effetti, Davide “Dave Rox” Barbieri con il suo progetto melodic rock non è mai stato particolarmente prolifico, considerati i soli tre album – quattro con il nuovo “All In” – pubblicati in quasi venti anni di carriera.
Uscite limitate, valori sempre buoni.
Il precedente “Begin Again” aveva segnato una sorta di nuovo inizio, proprio come suggerito dal titolo, cui “All In” fa da seguito.
Un seguito atteso sei anni che non sembrano affatto passati invano: il gruppo di Barbieri manda in archivio quello che a nostro modestissimo parere è il miglior disco a marchio Wheels of Fire inciso sinora.
Spingiamoci più in la: forse una delle cose più significative uscite in questa prima parte dell’anno melodico.

Ad osservarlo ed ascoltarlo con cura, non manca proprio nulla. I ritornelli sono molto ben congegnati e rimangono impressi, le linee sono accattivanti e per nulla dozzinali, gli arrangiamenti in stile anni ottanta risultano gradevoli e non eccessivamente nostalgici.
Soprattutto, il cd si ascolta tutto d’un fiato ed alterna, brillantemente, momenti di notevole impatto a situazioni più riflessive, garantendo una varietà di atmosfere che riescono a non annoiare praticamente mai.

Sono sufficienti un paio di passaggi per poterne apprezzare i valori. Dalle iniziali ed arrembanti “Fool’s Paradise” e “Under your Spell” passando per i cori di “9.29”, al scintillio di “Neverland”, sino all’evidente omaggio ai Queen di “Invisibile”, il nuovo album dei Wheels of Fire è un susseguirsi di ottima musica e composizioni che “alla peggio” risultano molto piacevoli.
Una conferma che si ricava dalla costante e metodica ricerca del coro vincente che sappia farsi ricordare il più a lungo possibile. Un po’ la pietra filosofale degli artisti dediti al melodic rock. E la terra promessa per i semplici ascoltatori.
Proprio in questo aspetto fondamentale i Wheels of Fire mostrano il loro risvolto migliore. Nell’ascolto di “All In” è proprio facile imbattersi in qualcosa di davvero accattivante che piacerà ai fan del genere e conquisterà in sede live. Momento in cui proprio i cori sanno “rendere” di più.

Supportati da una label che crede in loro e da una produzione dei suoni (Priori e i Pri Studios sono una garanzia) di livello assoluto, i Wheels of fire esaltano con un convincente misto fra Bon Jovi, Europe, Night Ranger, Mötley Crüe ed una spruzzata di Queen.
Ma più di ogni altra cosa, crescono, si mettono in luce ed ambiscono definitivamente ad un posto tra i grandi di settore.

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