Recensione: All Of My Days
Uscito lo scorso mese di novembre, “All of my days” è il debutto assoluto degli svedesi Hope, band composta da personaggi poco noti al grande pubblico ma dotati di notevole esperienza e significative qualità in ogni ambito.
L’offerta presentata dal trio di musicisti si fonda su di un AOR leggerissimo, orecchiabile e di facile ascolto, gradevolmente raffinato e dai contorni west coast, in cui risaltano sfumature un po’ country e qualche spunto più pop ottimo per rendere i brani estremamente digeribili e “veloci”.
Una buona voce alla Bryan Adams – quella del singer e bassista Henrik Thomsen – una manciata di canzoni molto ben prodotte ed arrangiate, unite a molto mestiere, portano alla ribalta un risultato che si fa apprezzare con stile ed intrattiene garbatamente, accompagnando con estrema classe ed eleganza lungo un percorso composto da undici brani tutti all’insegna del relax e delle sensazioni positive.
In simili casi, si parla solitamente del classico disco di pregevole fattura e buona resa, cui tuttavia non è lecito chiedere nulla più di una semplice e rapida ventata di spigliata leggerezza e piacevole entertainment.
Questa volta invece, oltre alle canoniche e sempre ben accette armonie immancabili in prodotti di tale natura, si mettono in luce anche un paio d’episodi davvero sopra le righe e meritevoli di menzione assoluta. Quel piccolo gruppetto di tracce cioè, che contribuisce a mutare un album, interessante ma di maniera, in un qualcosa di leggermente più completo e convincente.
Al di sopra insomma, di quella che può essere definita come la soglia dell’”accettabile ma di routine”.
Un nucleo di canzoni come “Bring Down The Stars”, “Saving All My Lovin’”, “Baby Don’t Cry” e soprattutto come la spensierata “See The Sign”, riesce, infatti, nell’intento di qualificare la prima fatica degli Hope in modo efficace e più che positivo, ponendola nella posizione di lieta e graditissima sorpresa.
Echi di realtà country invero poco note come Big And Rich e James Otto, frammiste a cose decisamente più conosciute come Van Zant, Bryan Adams, via via sino a coinvolgere addirittura alcuni accordi accostabili agli U2, rimarcano uno spirito spensierato e solare, lieve e per nulla impegnativo e, proprio per tale ragione, davvero piacevole ad ascoltarsi.
Non c’è in fondo molto da aggiungere.
Certo, un cd come “All of my days” non è, di sicuro, garanzia d’effetti speciali, enormi prove di concetto o pregnanza di significati profondi.
Tuttavia lo stile agile e scattante, la freschezza con cui i vari brani si propongono, l’aria tanto sbarazzina e divertita, non lasciano per nulla indifferenti e, favorendo il buon umore e qualche sorriso, contribuiscono a colorare con tonalità allegre e frizzanti anche giornate grigie e monotone.
Occorre ben poco per gradire la proposta degli Hope. Anche un solo e velocissimo ascolto, potrebbe rivelarsi più che sufficiente.
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Tracklist:
01. I Want You
02. Why Don’t We Talk About It
03. All Of My Days
04. Bring Down The Stars
05. You Could Be Mine
06. See The Sign
07. Come Alive
08. I’m Free
09. Saving All My Lovin’
10. Baby Don’t Cry
11. Somebody
Line Up:
Henrik Thomsen – Voce / Basso / Chitarra Acustica
Mats Johansson – Chitarra
Imre Daun – Batteria