Recensione: Alone
Dopo ben otto anni di inattività tornano sugli scaffali i doomster americani Solitude Aeturnus, guidati dal sempre valido vocalist Robert Lowe, con questo “Alone”, un lavoro che non delude le aspettative e che non mancherà di creare nuovi fan alla band statunitense.
Granitico, potente e claustrofobico, questi sono i tre aggettivi che più definiscono questo nuovo platter dei Solitude Aeturnus che già dalle prime note di “Scent of death” riesce a trasportare la mente dell’ascoltatore verso lidi lamentosi ma mai paranoici grazie ad una sezione ritmica finalmente all’altezza della situazione e ad un vocalist che non rimane mai statico ma riesce a mutare in maniera pressoché impeccabile il suo modo di cantare, grazie a cambi di tonalità e stile che rendono ancora più piacevole la canzone
Quindi brani come “Sightless” e “Blessed be the dead” ti entrano nelle membra e riescono a dilaniare la carne dell’ascoltatore grazie a sonorità veramente strazianti e lancinanti che ricordano, in alcuni momenti, quelle dei Candlemass di “Chapter IV”.
In “Waiting for the light” il sound si sposta maggiormente verso sonorità squisitamente eighties senza però perdere quel barlume di modernità che non guasta; riff al fulmicotone si intersecano alla voce di Robert che riesce a dare il meglio di sé anche nei momenti più acuti e dinamici. Particolarmente apprezzabile risulta essere l’assolo presente nel brano, assolo non eccessivamente originale ma comunque molto piacevole.
Risultano ovvi i riferimenti ai primi Black Sabbath e ai funerei St. Vitus, pur mantenendo un sound che ormai riesce a far distinguere i Solitude Aeturnus dalla massa; passano così veloci e senza intoppi brani come “Upon within” e “Burning” che riescono a regalare forti emozioni a chiunque sia disposto a recepirle e ad ascoltarle.
Questo “Alone” è quindi un grande ritorno degli indimenticati Solitude Aeturnus che rientrano di prepotenza nell’olimpo del doom metal grazie ad un platter che convincerà anche i più scettici e critici. Il cd è pressoché perfetto in tutte le sue parti sia dal punto di vista compositiva che di esecuzione e una produzione ineccepibile non può far altro che migliorare il tutto. Il risultato è un lavoro da ascoltare a massimo volume vivamente raccomandato a tutti.
TRACKLIST:
1. Scent of death
2. Waiting for the light
3. Blessed be the dead
4. Sightless
5. Upon within
6. Burning
7. Is there
8. Tomorrows dead
9. Essence of black