Recensione: Always Darkest Before

Di Stefano Santamaria - 27 Gennaio 2017 - 0:00
Always Darkest Before
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2016
Nazione:
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65

 

Terzo capito discografico per i britannici Not Above Evil. Attivi dal 2009, rilasciano la loro precedente fatica in studio nel 2011, rompendo il silenzio nel 2013 con un Ep.

Il sound dei nostri è un moderno death metal intriso di variegate citazioni da altri filoni. La componente melodica regala pennellate di colore ad un’immagine assai complessa e che dimostra una competenza tecnica di altissimo livello. Lampi di classico heavy metal, ed accelerazioni thrash sono le altre icone che si intravedono.

Il full- length è decisamente dinamico, per approcci ed impostazione dei suoni ci fa balenare in mente anche il power metal. Ovviamente, è il genere della morte a farla da padrone, ma certa solennità e maestosità dei suoni, ci fa percepire anche il genere sopra citato. In tal senso, pensiamo che proprio questo ultimo aspetto possa far storcere il naso a qualcuno. Gli amanti della old school, e chi non adora alcuni fronzoli ed approcci eccessivamente muscolari, non si riterranno soddisfatti. Stesso discorso per la mole di tecnica e soli presenti nel disco. Non che saper suonare ottimamente sia una colpa, sia chiaro, ma tal bordata di scolastici fraseggi, potrebbe far pensar più ad amor proprio che a passione da trasmettere.

E’ come se tutto fosse teso a voler marcare le proprie capacità,  esaltazione di sé stessi che finisce con il porre un accento o un elemento di troppo.

Fermandosi invece alle armonie, ed al sensibile tocco che balugina all’orizzonte di “Always Darkest Before”, non possiamo che apprezzarne il sentimentalismo, e l’indubbia sensibilità. Il problema resta però poi quel voler forzatamente andare sempre un passo oltre, attingendo a piene mani al concetto di virtuoso.

 I paragoni che ci vengono in mente, sono quelli con Lamb Of God, In Flames e Dimmu Borgir. Proprio questa ultima band vi deve far pensare a sfumature industrial black thrash che si alzano come nera nebbia dal suolo dei Not Above Evil.

Il tempo ci dirà se sapranno scrollarsi di dosso il vezzo del voler strafare, perché le qualità ci sono in abbondanza ed anche le idee. Inoltre, se riusciranno a metterci quell’ingrediente che li renda unici, potrebbero diventare realtà di spicco del panorama estremo. Personalità, umiltà e sentimento li scorgiamo, lasciateli scorrere via ragazzi, liberateli dalle catene del tecnicismo strumentale!

Stefano “Thiess” Santamaria

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