Recensione: Amarok
Ho scelto di recensire Amarok perchè ritengo che Nargaroth sia una delle alternative moderne più valide ai gruppi che hanno fatto storia e che ora non contano più nulla. Kanwulf ha pubblicato questo disco di materiale datato e non ancora edito per fare un regalo ai suoi fan. Il paragone con l’immenso Conte del periodo Filosofem non è del tutto scontato, perchè oltre ad atmosfere claustrofobiche e ripetitive, a pezzi quasi ambient, il nostro Kanwulf riesce ad inserire nel suo quadro sonoro anche notevoli cambi ritmici all’insegna della velocità più devastante. Herbstleyd, per l’occasione, è stata ripescata dal promo dello stesso disco e rappresenta uno dei punti più alti mai raggiunti, a livello compositivo, da Nargaroth: alternanza di ritmi lenti e parti veloci, convivenza di ruvide chitarre distorte e di solenni tastiere, inserimenti di campane tubolari e flauti, e su tutto la pazzesca voce di Kanwulf che ricorda molto da vicino l’indimenticabile voce del Conte Grishnackh.
Questo pezzo è un indiscutibile capolavoro che nonstante la lunga durata, riesce a coinvolgere l’ascoltatore dal primo istante (grazie ad un urlo pauroso) fino all’ultimo. Un altro urlo apre Black Spell Of Destruction, cover del pezzo di Burzum presente sull’omonimo disco del ’92. La versione che ascoltiamo su questo disco è da apprezzare almeno per la grinta che Kanwulf impiega nel riprodurre la melodia chitarristica iniziale e per l’affannoso tentativo di emulare lo scream lancinante del Conte. In Shall We Begin la cosa che si nota immediatamente è la qualità del suono: davvero scadente…ma per quanto riguarda la bontà compositiva del pezzo, non ci si può di certo lamentare: intro lenta figlia dei riff di Mr. Iommi e cantato veloce e cattivo come nella migliore tradizione Black. Into The Void è una vera e propria funeral-song: riff pesantissimo, ritmo cadenzato e atmosfera oscura all’inverosimile. Credetemi, bisogna ascoltare questo canto del male per capire davvero a cosa bisogna attribuire l’aggettivo “funebre”…Questa canzone è la marcia funebre per eccellenza del Metal! Le ultime due canzoni sono il regalo che Nargaroth ha fatto a tutti i suoi fan: questi inediti sono davvero interessanti e, in maniera diversa, incarnano il concetto di Black Metal che Kanwulf vuol rappresentare. Amarok-Zorn Des Lammes Part.II dopo cinque minuti di arpeggio chitarristico e di parlato ipnotico parte e, finalmente, si rivela per quel capolavoro che è: grandi linee melodiche sono facilmente apprezzabili per merito del ritmo che non si lascia tentare dalla velocità ma preferisce accompagnare le chitarre dolcemente.
Il disturbante cantato di Kanwulf qui è quasi affogato dalle parti di chitarra che creano, nota dopo nota, una sinfonia meravigliosa: ventidue minuti di pura poesia musicale scanditi da un ritmo lentissimo fino al minuto 17, e da un ritmo più sostenuto fino allo sfumare dell’outro. Nella conclusiva As The Stars Took Me With Them il Burzum di Filosofem (e più precisamente di Rundgang Um Die Transzendentale Säule Der Singularität) fa più di una piccola presenza e funge da musa ispiratrice per questo pezzo che è un suo chiarissimo derivato e concreto tributo. I diciannove minuti di ipnotiche distorsioni chitarristiche, di urla solitarie, di effetti ambient di tastiera chiudono Amarok degnamente e fanno capire chiaramente all’ascoltatore quali sono le radici musicali di Kanwulf.
Il Black Metal ha avuto un’evoluzione discutibile (per molti un’involuzione), ma questa variante è sicuramente una delle più apprezzabili e oggettivamente valide. Se questo filone musicale ha trovato nel Burzum di Filosofem il suo iniziatore, ora in Nargaroth ha trovato una dedicata madre adottiva che riesce a non far rimpiangere la madre naturale, momentaneamente a riposo.
Ivano Dell’Orco.
Tracklist:
1 – Herbstleyd 08:45
2 – Black Spell Of Destruction 06:20
3 – Shall We Begin 05:57
4 – Into The Void 08:54
5 – Amarok-Zorn Des Lammes Part.II 22:37
6 – As The Stars Took Me With Them 19:49
Durata Totale: 72:27