Recensione: Ammunition
La garanzia di qualità – o comunque di buon valore – derivante da un album suonato e composto da musicisti conosciuti ed apprezzati, va da sé, è immediata.
Se poi si è da tempo convinti assertori del genere musicale messo in pista da quegli stessi musicisti, non si può far altro che andare sul velluto e porsi di buon animo all’ascolto.
Del resto – da quelle parti, non troppo lontano dal circolo polare – in campo hard rock ci sanno parecchio fare: se quindi un binomio di personaggi del calibro di Age Sten Nilsen (lo ricorderemo sempre per i fenomenali Wig Wam) ed Erik Martensson (leader degli altrettanto imperdibili Eclipse) aveva già dato prova di poter realizzare qualcosa di buono nel corso del 2015 con il debutto indipendente del side project “Ammunition”, tanto più non potevamo che attenderci qualcosa di positivo proprio ora che il progetto è approdato sotto Frontiers Music, con tutto ciò che può comportare l’essere supportati da una major del settore.
Ovviamente è l’hard rock, quello buono, fresco e divertente, a reggere il gioco. Non troppo lontano nemmeno questa volta dai già citati Wig Wam, il secondo capitolo degli Ammunition (curiosamente omonimo) si allinea pertanto in “bello stile” con quanto già proposto in occasione del precedente “Shangaied”, offrendo all’ascoltatore un cospicuo quantitativo di melodie orecchiabili, spesso giocose, vivaci e sempre gradevoli. Forse un pizzico scarse in quanto a “fantasia” – nel senso che, bene o male, lo stile rimane sempre ben noto e foriero di ben poche sorprese – ma ad ogni modo costantemente rivolte ad un piacere d’ascolto che è motore primario di un tipo di musica raramente amante dei sofismi troppo arzigogolati a tutto vantaggio di una sostanza fatta di energia ed impatto diretto.
Si aggiungano poi qualche “lustrino” un po’ ottantiano, romanticismo quanto basta e l’occhietto sempre rivolto alla canzone accattivante, ed anche a questo giro il buon esito è portato a casa.
Nielsen e Martensson, insieme ai compari “pluridecorati” Victor Cito Borger (TNT), Lasse Finbråten (ex Wig Wam), Magnus Ulfstedt (Eclipse) e Jon Pettersen (ottimo chitarrista scoperto proprio con gli Ammunition), devono aver pensato che, dopo tutto, quando si è particolarmente abili nel proprio mestiere non avrebbe senso inerpicarsi alla ricerca di qualcosa di diverso rispetto a ciò che si sa far meglio, per cui tanto vale attenersi alle regole e far rendere al meglio i propri talenti.
Brani come le iniziali “Time” e “Freedom Finder”, tanto per partire dal principio, sono uno spasso per le orecchie: l’ugola armoniosamente abrasiva di Nilsen rende al meglio su pezzi al solito ricchi di verve, assestata a meraviglia su immancabili ritornelli da airplay che seguono il classico schema caro agli anni ottanta.
Ricettina semplice che vale più o meno per l’intera tracklist dell’album, infoltita da un paio di episodi più rilassati e dall’ottima “Wrecking Crew”, traccia che è valsa agli Ammunition la partecipazione all’Euro Contest norvegese dello scorso anno.
Il bello del disco poi, è nell’assoluta immediatezza: nessuna canzone che sfori oltre i quattro minuti di durata, per un cd che scivola via e si presta al “multiascolto” senza alcuna pesantezza o prolissità.
Forse ancora non paragonabile all’eccellenza di album come “Wigwamania” e “Non Stop Rock n’Roll”, quello degli Ammunition è, ad ogni modo, un progetto che sa regalare buona musica, un po’ di divertimento e qualche soddisfazione.
Il vederli sul palco del prossimo Frontiers Festival (nella speranza di ascoltare anche qualche estratto dei WigWam), potrebbe essere un’ulteriore ragione di merito per un gruppo che fa dell’hard rock diretto e dell’hair metal gioioso e ricco di vitalità il proprio credo.
Tutta roba, siamo onesti, che non smetterà mai di incontrare il nostro favore!