Recensione: Among The Lost

Di Daniele D'Adamo - 24 Marzo 2010 - 0:00
Among The Lost
Band: Apeiron
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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77

Continua imperterrita la carriera dei lombardi Apeiron che, dopo un demo e un EP autoprodotti –  “Endternity” (2002), “The Cruel Crime” (2008) – arrivano finalmente a stampare il debut-album Among The Lost, inciso con l’etichetta indipendente Last Scream Records.

Finalmente, perché il quartetto merita di potersi esprimere con tutti i crismi del caso; supportato per ciò da un’adeguata produzione professionale.
La costante progressione che si è verificata nel corso degli anni ha dato corpo a uno stile complesso, poliedrico: lo zoccolo duro è si il death, tuttavia su di esso sono cresciute sinuose e caleidoscopiche divagazioni sul tema.
Tali contaminazioni, causate principalmente da effluvi impregnati di prog, hanno deformato il rigido guscio caratteristico del genere estremo, rimodellandone l’intelaiatura verso più complicate strutture.
Among The Lost è tutto fuorché un lavoro di facile e immediata assimilazione: occorrono pazienza e tempo per venirne, forse, a capo. Ciascuna canzone è un microuniverso a se stante, legata alle altre da un invisibile filo che prende sostanza con il susseguirsi degli ascolti.
Dopo un po’ si riesce ad apprezzare ogni singolo episodio come frammento di un rompicapo che – se risolto – premia con la materializzazione dell’anima del gruppo. Anima profonda, dal mood mutevole, sbilanciato in direzione di stati emotivi intensi, prettamente melanconici.
L’indubbia preparazione strumentale dei musicisti non produce, come a volte accade, sterminate distese di note aggrovigliate, senza senso. Al contrario, il songwriting si mantiene leggero e concreto, non esagerando mai con i tecnicismi in modo da disegnare brani comprensibili, accattivanti.
E con ciò si raggiunge l’equilibrio fra longevità e godibilità; obiettivo, questo, sfuggente ai più.
In linea con questa filosofia, il guitarwork, pur vario, non si perde in astruse sequenze di accordi: Filippo Dendena e Federico Lino sono consistenti sia nelle ritmiche – di stampo preminentemente classico – sia nei soli, nonché nei più dolci passaggi acusti e/o semiacustici. Interessante lo slap inserito spesso e volentieri da Alessio Previde Massara, che duetta in growl assieme a Dendena dopo la scelta di rinunciare a un cantante di ruolo, montando inoltre con Rodolfo Rolando l’impeccabile motore di spinta – raramente a pieni giri – dei ragazzi pavesi.
Le linee vocali sono classiche per il genere, con un growling non troppo marcato, modulato su partiture strumentali sostenute da un drumming differenziato, mai troppo complicato.

Fare ora un “track by track” approfondito sarebbe inutile, anzi ridondante: tutte le canzoni contengono gli elementi sopracitati e, come detto, ciascuna di essa rappresenta in toto il groove degli Apeiron.
Preferisco quindi segnalare qualche passaggio che riassuma  quanto è stato messo in rilievo più sopra sull’impostazione del platter, giusto per fornirne una semplificativa campionatura.
Superato l’immancabile intro ambient “Into The Deep”, si fa subito sul serio con “Voids Of Breath” (guitar-solo semplice ma  seducente, riffing robusto, toni dimessi). “Hendra” propone un riff portante marcatamente heavy, incupendo ulteriormente l’umore della canzone precedente; mentre le ugole, con il loro growling limitato, interpretano con versatilità le linee vocali di “Clutches Of Despair”. Un po’ di funk con lo slapping di Massara colora “The Last Page”, qualche accenno di thrash negli accordi delle asce in “Scavenging Thoughts (Of Mortality Lost)”, contrapposizione fra armonia e spigolosità nella mutevole (forse troppo) “Red Waters Of Acheron”. “The Crossing” incattivisce l’andazzo proponendo anche tratti ad alta velocità assieme a dissonanti riff di “voivodiana” memoria. Tanta melodia avvolge la ballata strumentale “Through Me You Enter…”, giusta anteprima alla passionale title-track, che chiude ottimamente il CD.  

In mezzo a tanti pregi, ci sono anche i difetti: la mancanza di una canzone che fori il pur elevato standard qualitativo dell’opera e un impatto che, a parere di scrive, dovrebbe essere più violento con segmenti maggiormente intensi e veloci.
Il giudizio sintetico per Among The Lost è, a ogni modo, buono.

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Track-list:
1. Into The Deep 0:35
2. Voids Of Breath 5:01
3. Hendra 4:33
4. Clutches Of Despair 4:55
5. The Last Page 5:53
6. Scavenging Thoughts (Of Mortality Lost) 3:58
7. Red Waters Of Acheron 4:29
8. The Crossing 4:12
9. Through Me You Enter… 2:34
10. Among The Lost 5:47

Line-up:
Alessio Previde Massara – Basso e Voce
Filippo Dendena – Chitarra e Voce
Federico Lino – Chitarra
Rodolfo Rolando – Batteria
 

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