Recensione: Amor Fati
Il nuovo album degli Estetica Noir, intitolato “Amor Fati” segna un importante ingresso nel mercato del goth-darkwave-post-punk, caratterizzato da un’incredibile ispirazione e qualità artistica. Provenendo dalle chiare influenze goth e darkwave dei loro esordi, la band piemontese ha creato un disco che rappresenta il meglio del goth/industrial rock, arricchito da dense texture sonore tipiche della new wave.
Questa maturazione artistica è evidente in ogni brano dell’album, dove la cura per il songwriting, gli arrangiamenti e i suoni dimostra l’evoluzione e la solidità della band dai suoi inizi ad oggi. Rispetto ai lavori precedenti, il nuovo album risulta ancora più dinamico, intenso ed emozionante. Le combinazioni strumentali sono perfettamente equilibrate, richiamando alla mente le sonorità amate negli anni ’80 (Sisters of Mercy, Nine Inch Nails, Killing Joke), pur mantenendo una coerenza con l’evoluzione musicale contemporanea.
Ascoltare “Amor Fati” è come essere trasportati in un universo parallelo dove si rivive la musica leggendaria del passato con un tocco moderno. L’album è pervaso da un romanticismo oscuro che isola l’ascoltatore tra la serenità e il dramma della contemplazione, evocando sentimenti di malinconia e alienazione.
Il disco si distingue anche per sporadici e raffinati tocchi art-rock. Orecchio attento di sentirà anche un tocco a là Type O Negative quando serve. Il tutto è eseguito con maestria da un cantato espressivo e a tratti dissacrante.
Brani come “Pain” e “Strange Hologram” dimostrano quanto sia affascinante e spettacolare questo terzo full-length della loro carriera.
Nel panorama musicale contemporaneo, se da un lato i norvegesi Ulver sono noti per reinterpretare come nessuno i canoni di un movimento leggendario, dall’altro possiamo affermare con orgoglio che anche in Italia abbiamo una band come gli Estetica Noir, capace di riaccendere la scintilla della storia musicale e riportare la cultura di un movimento artistico che, come pochi, ha influenzato intere generazioni. Il momento sta tornando e, molto probabilmente, abbiamo dei nuovi precursori in grado di riscriverlo come non mai negli ultimi quattro decenni.