Recensione: An Absence Of Faith
Ecco nuovamente in pista Mat Maurer e Andy Eftichiou, unici superstiti della famigerata formazione che diede alla luce Mayhemic Destruction (1986) e Face of Despair (1989), album storici in campo thrash (tralasciando volutamente Every Dog Has Its Day del 1991). Quello che lega i Mortal Sin contemporanei al combo dello storico periodo anni ’80 è il carismatico mastermind Mat Maurer, il cui stile è ancora oggi un inconfondibile punto di riferimento.
Questo full-length è importante perché indica la rinascita di una corrente che ha fortemente segnato il decennio 1980-1990: sono molti i gruppi che hanno ripreso in mano gli strumenti e le idee, facendo rivivere il loro passato a coloro che li hanno visti nascere con live e reunion come quelle di Sacred Reich, Hirax, Defiance, Artillery, Toxik, etc. Questo è il turno dei Mortal Sin.
Recensire al giorno d’oggi un disco di dieci brani di canonico thrash Bay Area non è così banale come possa sembrare. La domanda che dà il via ai dubbi è la seguente: a quale periodo va associato An Absence of Faith? E’ più logico compararlo alle produzioni degli anni Ottanta o relazionarlo alle release attuali più influenzate dall’hardcore? Personalmente credo che si debba tener conto del presente.
Sia dal punto di vista produttivo, sia da quello del contesto sociale, il thrash Bay Area – così come fu inteso dai grandi del passato – non è più proponibile: tecnologie e ideologie sono cambiate radicalmente e non sono più in grado di far emergere attraverso la musica quel tipico senso di ribellione contro un mondo corrotto e insensibile alle violenze.
Se però quello che si cerca nel thrash è il coinvolgimento che scatena agitazione e trasmette rabbia, allora va affermata la qualità indiscutibile di An Absence of Faith. Si può quindi accusare questo disco di poca originalità, di sapersi male adattare allo scorrere del tempo, ma sicuramente non lo si può criticare per scarsa genuinità.
Il disco farà la gioia degli amanti del Bay Area più intransigenti: alla pari dell’ultima release degli Overkill, il quarto lavoro in studio dei Mortal Sin è da annoverarsi a produzione di spicco nel panorama thrash contemporaneo. Il songwriting è caratterizzato da massicci riff poggianti su rabbiosi giri di doppia cassa e sostenuto da linee di basso capaci di iniettare, grazie anche a delle chitarre incalzanti, notevoli dosi di potenza alle composizioni.
Se possiamo identificare negli attuali Exodus, Machine Head o Testament i principali ispiratori del thrash metal moderno (lasciando volontariamente da parte tutto il movimento thrash-core), allora i Mortal Sin non ne saranno i degni successori: in questo disco troverete molti riferimenti all’antico modo di comporre con qualche accenno allo speed metal. Le uniche “anomalie” riscontrabili consistono in qualche accento speed troppo melodico che, sfociando in retrogusto power (Rise or Fall), contrasta con il carattere prevalentemente thrash dell’album.
Questo disco propone del semplice quanto efficace thrash Bay Area come piaceva tanto anni fa, così qui lo ritroverete. Pane per i denti di chi, fino a oggi, ha atteso che qualcuno fosse capace di ridare vita a un “modus componendi” troppo presto accantonato. Se avete ancora fame di Bay Area segnate sulla vostra lista della spesa An Absence of Faith: ne avrete a sazietà.
Nicola Furlan
Tracklist:
01 Out of the Darkness
02 Deadman Walking
03 Tears of Redemption
04 Before the Bough Breaks
05 Rise or Fall
06 My Nightmare
07 Say Your Prayers
08 Lost Within
09 Eye in the Sky
10 Broken Promises