Recensione: Anatomize
Per i deathster più attenti gli americani Incinerate non dovrebbero risultare proprio degli sconosciuti: grazie alla Brutal Bands (label che nel 2002 rilasciò anche il loro debut album) i nostri escono con Anatomize in queste ultime fasi di un generoso 2008. Rispetto al seppur buono Dissecting The Angels i miglioramenti sono evidenti, soprattutto per quel che concerne l’aspetto tecnico/esecutivo. Niente di strano se si pensa che 6 lunghi anni sono passati fra un album e l’altro, e, aspetto ancora più incisivo, se si dà una scorsa ai trascorsi e agli impegni paralleli che interessano la sezione ritmica (qui accreditati come studio session) del combo del Minnesota: Darren Cesca (drummer attuale dei Goratory nonchè ex Arsis e Pillory, tra i nomi di maggiore spicco) ed il funambolico bassista pluri “ricercato” Erlend Caspersen (Vile, Decrepit Birth, Deeds Of Flesh… la lista è veramente lunga e allettante).
Brutal death dall’alto tasso tecnico che trova nei Death Gods Suffocation parecchi punti di ispirazione (troppi forse…): non a caso coverizzano l’immortale Infecting The Crypts (sembra quasi di sentire i Newyorkesi!). L’album non lesina quindi stop and go a quintali con ripartenze repentine in blast-beat di chirurgica precisone e riffs taglienti e pesanti come macigni affilati. Ci troviamo di fronte ad un album imperdibile quindi? No, non proprio. Nonostante gli ingredienti sembrino esserci tutti (compresa una produzione potente ed incisiva) l’intero album si assesta su livelli “semplicemente” piacevoli, senza picchi geniali, incapace di regalare quel qualcosa in più (chiamasi estro) che possa farli avvicinare ai leader del genere,”vecchi” e nuovi.
Proprio per questo motivo mi riesce arduo citare un brano a dispetto di un altro: il platter in questione risulta godibile in tutta la sua durata ma anche dopo ripetuti ascolti (a me personalmente) non lascia molto oltre la sensazione di aver ascoltato della buona musica contemporaneamente alla fastidiosa impressione, anzi, certezza, che avrebbero potuto dare molto ma molto di più con un semplice sforzo. Di questi tempi, in cui la “concorrenza” per nostra fortuna sa essere spietata, bisogna osare, a maggior veduta se si possiede il potenziale per farlo… cosa che agli Incinerate non manca di certo.
Anche se suonato e prodotto nei migliori dei modi tutto risulta fin troppo mutuato (e non solo dai già citati Suffocation, non riesco a fare altri nomi specifici, come dire: “uno, nessuno, centomila”), arduo da distinguere nella marea di bands la fuori. Forse mi riportano al sound dei grandissimi Gorgasm, ma senza quella veemenza assassina e a quei guizzi di estro compostivo di cui la band di Chicago è capace. Va detto anche che Anatomize, seppur lentamente e limitatamente ad una propenzione all’originalità quasi nulla, cresce con gli ascolti; e che la prestazione al basso (rigorosamente fretless) di Caspersen è davvero spaventosa! Inizia e termina con dei solos strepitosi. Da sentire quello a la Di Giorgio nella coda di Anathema (track che gode anche dell’ugola marcia di Mike Majewski dei Devourment), a dir poco notevole, come l’intera sua personale performance d’altronde… che purtroppo da sola non basta a spingere l’album dove potrebbe, dove dovrebbe arrivare.
Se la carenza cronica di personalità per voi non rappresenta un invalicabile problema: Anatomize merita perecchio. Se di contro siete tra quelli che anelano ad almeno un minimo di quell’ingrediente ormai (per svariati motivi) sempre più raro, allora attenderete insieme a me le loro prossime produzioni: sono convinto che riusciranno (se lo vorranno) a diventare qualcosa di più incisivo, longevo ed interessante rispetto a dei semplici ed onestissimi followers tecnicamente dotati.
Sandro ‘sand’ Galati
Discutine nel topic relativo al brutal death!
Tracklist:
1. Continuum
2. Emissary
3. Depravity
4. Inherited
5. Infantiphagia
6. Harvest
7. Exsanguinate
8. Ascendant
9. Anathema
10.Infecting the Crypts (bonus track)