Recensione: Anatomy Of A Moment

Di Fabio Vellata - 11 Luglio 2022 - 0:30
Anatomy of a Moment
Band: Ardours
Etichetta:
Anno: 2022
Nazione:
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78

Ardours: “ardori”.

Gli ardori di una voce sempre di grande livello. Quella della nostra Mariangela DeMurtas, cantante italiana famosa per i suoi trascorsi con i norvegesi Tristania, da qualche anno impegnata anche nel progetto Ardours.
Il loro primo capitolo, “Last Place on Earth”, lo avevamo conosciuto ai tempi della sua uscita (2019), apprezzando sin da subito la discreta qualità della proposta.

Fughiamo tuttavia ogni dubbio: il punto di forza di questa buona realtà a cavallo tra gothic, alternative e contaminazioni elettroniche è senza ombra di dubbio l’interpretazione della DeMurtas.
Eccellente, espressiva, carismatica. Da mettere senza troppi preamboli alla pari delle celebratissime Sharon DenAdel, Floor Jansen o Liv Kristine. La capacità emotiva di entrare nella melodia del brano, conferendo anima e carattere, è proprio quella delle “grandi” del settore.
La musica proposta dagli Ardours è inoltre molto piacevole. Nemmeno difficile e decisamente orecchiabile. Strutturata in modo da richiamare da vicino una sorta di Anathema con voce femminile, piuttosto che una delle tante band symphonic metal attualmente in circolazione.

Ed è proprio questo stile peculiare, fatto di atmosfere un po’ malinconiche e dilatate sui cui va ad innestarsi come una sorta di eco divina la voce di miss DeMurtas, la formula che rende l’ascolto del nuovo “Anatomy of a Moment” esperienza tutt’altro che spiacevole.
Ci sono momenti in cui la mente e le emozioni possono correre a briglia sciolta, costruendo un bizzarro contrasto di sensazioni con questo periodo di calura soffocante. Gothic notturno, plumbeo, nordico e quasi autunnale che, incastonato in un luglio bollente e siccitoso come quello attuale, offre un effetto straniante ed insolito.
C’è un che di nostalgico nella musica degli Ardours, una coltre di melanconia che pervade l’intero album nel profondo, rendendolo insospettabilmente curioso, ipnotico e longevo.
Meritevole anche il polistrumentista Kris Laurent, alter ego della DeMurtas, che allestisce un credibile corollario di suoni e melodie accattivanti, mettendo in musica immagini crepuscolari ed evocative.

Non tutti i pezzi sono dello stesso livello, ma il potenziale d’ascolto di “Anatomy Of A Moment” è parecchio alto. Brani come “Epitaph for a Spark”, “Insomniac“, “Secret Worlds” (interpretazione da brividi!) o la stessa title track fanno molto bene il proprio lavoro e centrano l’obiettivo.
Quello di procurare emozioni, innalzando il valore di un disco che, dobbiamo ammetterlo, ci ha sorpreso, facendosi piacere un bel po’.
E che probabilmente non smetteremo di ascoltare molto presto.

 

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