Recensione: And We’re Led to Annihilation [EP]
Esordio sul mercato per i thrasher capitolini Eathrow che con “And We’re Led to Annihilation” confermano quanto di buono la scena contemporanea thrash-oriented nostrana sta producendo. L’EP in questione è completamente permeato da un thrash metal vecchia scuola di chiara matrice Europea stile Kreator a cui viene iniettata una buona dose di violenza tipica del sound East Coast americano di fine anni Ottanta. I Nostri riescono quindi a mescolare bene, con piglio di personalità, il tipico sound potente e dimanico che caratterizzava, ahimé, gli ultimi anni dello splendore planetario di questo genere e che però ora, grazie a queste pubblicazioni, torna prepotentemente alla luce.
La prima parte del mini disco in questione si presenta debole per alcuni aspetti quali ad esempio un parco soli limitato ed un drumming che non sempre propone quella dimanica di riempimento che avrebbe conferito di certo al prodotto una qualità superiore a quella che già propone.
Il riferimento non è tanto agli utlimi brani di scaletta, quanto alla prima tripletta che non si discosta per nulla dall’ordinario del genere. ‘Old Power Falls’, ‘Scared!’ e ‘U-Topia‘ suonano puliti e precisi, senza pretese né presunzioni. Vi godrete il tipico thrash-sound che gli amanti (vecchi o neofiti) possono apprezzare dal 90% dei gruppi in circolazione. L’eccezione la si riscontra unicamente in una produzione brillante e bella pomposa. La qualità, quella che ti fa rizzare le orecchie e ti fa pensare ‘…beh, in quella sala prove c’è qualcosa di notevole in azione….’, emerge con grande prepotenza negli ultimi due brani di scaletta ovvero ‘The Judas Cradle’ e ‘Eathrow’.
Con queste due gemme di rinnovato e convincente thrash metal, gli Eathrow dimostrano di avere una marcia in più. I soli, prima risicati, si estendono per un tempo più lungo, mostrando anche il gusto messo in pratica esecutiva dall’axeman Andrea Mataloni. Le sezioni ritmiche, puntellate dal buon operato di Giulio Rimoli, sono sopvapposte con perizia ed attenzione determinando attimi di groove davvero convincenti a richiamo di quanto concepito con grande successo dagli Overkill più moderni. Il drumming ora interpreta alla grande i due brani, scandendo le accelerate in doppia, evolvendo i cambi di riff per un risultato di insieme particolarmente deflagrante. Bene anche l’interpretazione vocale, anche se il cantante dovrebbe lavorare in dizione e pronuncia al fine di rendere più fluida la pronuncia della lingua inglese (particolari che possono fare la differenza fuori dai confini italiani).
Mi permetto quindi di suggerire al quintetto di concentrarsi alla grande sullo stile e sulle idee degli ultimi due brani perché l’impressione è che sussistano le capacità e le idee per dar vita a qualcosa di davvero importante. Eviterei di percorrere i sentieri ciottolosi ed infangati di una scena filo-teutonica che ha le radici in quanto proposto negli anni Ottanta e che, sebbene sempre apprezzabile per gusto ancora oggi, risulta proprio per sua natura, irripetibile per fascino e per potenziale commerciale.
Gli Eathrow hanno capacità. Sanno suonare bene e, non ultimo, sono in grado di regalare davvero minuti di ottimi ascolti. “And We’re Led to Annihilation” dovrà considerarsi un apripista per una potenziale carriera di successo che potrebbe, se la band saprà mettersi in gioco, pianificando alla grande il proprio futuro artistico e curando certi particolari compositivi, regalare un sacco di soddisfazioni a loro e alla scena del Bel Paese.
Nicola Furlan