Recensione: And When The Sky Was Opened

Di Daniele D'Adamo - 6 Dicembre 2015 - 16:48
And When The Sky Was Opened
Band: Serocs
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
77

Torna la super-band multinazionale Serocs, eccellente interprete del technical death metal sin dal 2009, anno dal quale sono stati pubblicati due EP (“Homogenous Dissimilation”, 2009; “So On And So Forth”, 2013) e tre full-length (“Oneirology”, 2012; “The Next”, 2013; “And When The Sky Was Opened”, 2015).    

“And When The Sky Was Opened”, l’ultimogenito, appunto, mostra sin dalle note di copertina la sua peculiarità: l’equilibrio, l’armonia, la perfetta congruenza con tutti i dettami stilistici che definiscono il technical death metal. Otto song, numero classico, difatti, per una durata di trentasei minuti, fanno del platter un esempio di… normalità applicata all’eccezione.

Eccezione di un ensemble dotato di una quantità sterminata di tecnica personale, di cinque formidabili e talentuosi musicisti che, però, non perseguono alcuno scopo che non sia quello di instillare nel Serocs tutto quanto sia necessario per dotare la band di un’anima, di una personalità, di un suo preciso significato che la contraddistingua in un mondo pieno zeppo di creature similari.  

Una normalità solo stilistica, però, poiché – dal punto di vista compositivo – Josh Smith e i suoi compagni, a creare qualcosa di più dell’ordinario, ci provano. Prova ne è, appunto, la coraggiosa doppietta ” When The Ground Swallows Us…” / “… And When The Sky Was Opened”, intervallata dal brevissimo e agghiacciante intermezzo acustico “(…)”. Una coppia di song che, di fatto, rappresenta la narrazione di un unico episodio tematico, incentrato sui tremendi quanto invisibili conflitti che avvengono all’interno della mente umana. Ma, soprattutto, che dimostra la valenza dei Serocs quale ensemble in grado di disegnare canzoni dall’elevato valore artistico, e non solo quale squadra formata da autentici campioni.

Tanto è vero che anche gli altri episodi… più normali, seppur sempre complicati a livello di scrittura, mostrano un appeal non indifferente. Sia quanto il ritmo si mantiene (relativamente) basso, sia quando si parte per la tangente grazie alla spinta dei poderosi blast-beats del drumming impetuoso di Timo Häkkinen. Ed è proprio in tali occasioni che i Serocs, a parere di chi scrivere, mostrano una rara capacità di spingere davvero forte (“And So It Begins”) senza né essere troppo raffinati, né caotici. Insomma, un pestaggio senza pietà che non uccide per via della precisione dei colpi. Stordisce e basta.

Così, malgrado un’indigestibilità tipica del technical death metal, “And When The Sky Was Opened” scorre via con piacere e con una intelligibilità notevole. Malgrado il mostruoso numero di note messe giù, infatti, non si perde mai il filo del discorso, l’obiettivo di dar vita a dei brani che abbiano capo e coda, che vivano di vita propria.

Certo, l’assoluta fedeltà alla linea fa sì che nel disco non ci siano contenuti particolarmente innovativi; circostanza, questa, che si perdona facilmente, ai Serocs.

Daniele D’Adamo

Ultimi album di Serocs

Band: Serocs
Genere: Death 
Anno: 2013
55