Recensione: Angel of Carnage Unleashed
A volte accade che ci siano delle reunion, altre volte dei gruppi spariscono, altre ancora si dividono o i membri vanno in pensione. Stavolta si può parlare più di un ritorno che di una reunion: i Darkwoods My Betrothed tornano a calcare la scena musicale dopo 23 anni di inattività, con due nuovi innesti (Tuomas Holopainen come membro fisso e Kai Hahto come session man, entrambi provenienti dai Nightwish) ed affacciandosi non solo in un mondo diverso rispetto al ‘98, ma conseguentemente anche un panorama artistico cambiato. Appoggiandosi alla Napalm Records propongono “Angel of Carnage Unleashed”, album prevalentemente symphonic black metal, ma comunque leggermente imbastardito in alcune sezioni.
La opener svolge perfettamente il suo compito, presentandosi come un brano fresco e dinamico, divertente ed appagante all’ascolto, come anche “You Bitter Source of Sorrow”; più pestata e tendente verso un black metal più “tipico”. ”Massacre” e “Black Fog and Poison Wind” rappresentano la quintessenza del black sinfonico, e danno vita forse al passaggio più ispirato del disco, che si chiude con un outro piacevole e d’atmosfera, che rappresenta sicuramente un valore aggiunto. Purtroppo però il disco non risulta esente da difetti: in un paio di occasioni si decide di provare a cavalcare la traccia con un cantato in pulito decisamente poco ispirato, manca la tecnica e si sente l’insicurezza di chi non vuole “spingere” troppo con la voce. Inoltre “In Thrall to Ironskull’s Heart” rappresenta uno strano unicum compositivo: un brano che sembra voler ricalcare sonorità epiche heavy metal classiche (dove fra l’altro si canta solo in clean vocals) che cozza davvero tanto con l’atmosfera dell’album, assolutamente opposta.
Molto difficile toccare la perfezione, sicuramente il lavoro del complesso finnico ha dei difetti che un minimo vanno a macchiare una prova assolutamente rimarchevole. La qualità media del disco è infatti incredibilmente elevata, l’atmosfera che si respira è oscura e tetra al punto giusto, la produzione è buona e l’ascolto è assolutamente piacevole e procede (quasi) senza battute d’arresto. Se i risultati sono questi avrei più di un ritorno in mente da consigliare a chi di dovere