Recensione: Angelic Encounters [Reissue 2013]

Di Chiara Rizzatti - 6 Agosto 2013 - 16:09
Angelic Encounters [Reissue 2013]
Band: Thanatos
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2013
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

 

Per chiamarsi Thanatos (‘morte’ in greco), la band olandese non sembra ancora volersi arrendere all’oblio e offre al pubblico la versione rimasterizzata del suo terzo album, “Angelic Encounters”.

In seguito alla ripubblicazione di “Emerging From The Netherworlds” e “Realm Of Ecstacy”, la Century Media Records decide di continuare a rinfrescare la memoria con la ristampa di “Angelic Encounters”, in vista dell’uscita del nuovo album (ancora senza titolo) prevista per il 2014, in tempo per festeggiare i trent’anni di vita dei tulipani. Sicuramente si tratta di un’abile manovra commerciale per accrescere l’aspettativa per il prossimo anno, ma i risvolti pratici non si limitano solo a questo: funge contemporaneamente da ricordo per i vecchi fan e da introduzione per chi non ha ancora conosciuto una band la cui storia travagliata ha spesso ostacolato il riconoscimento della sua importanza.

I Thanatos sono la prima band death formatasi in Olanda nella prima metà degli anni ‘80, e la consapevolezza di questo status ha portato la formazione ad avvertire il peso per la forte aspettativa nella produzione di buoni album, che crebbe notevolmente dopo i primi due dischi, accolti favorevolmente dalla critica. A partire dal 1992, anno di uscita di “Realm Of Ecstacy”, la band piomba in uno stato di morte apparente, dovuto in parte alla sostituzione di due membri del gruppo. Il 2000 è l’anno di “Angelic Encounters”, e i Thanatos danno prova di una ritrovata energia, che viene riproposta tredici anni dopo: l’unica cosa che cambia è il numero delle tracce, non più nove, bensì sedici. Le sette canzoni ‘di troppo’ provengono dall’EP “Beyond Terror”, pubblicato nel 2002, e la scelta di inserirle accresce senza dubbio il valore del disco, tanto più che la rarità dei brani di “Beyond Terror” è tale da aver fatto pensare a pezzi inediti. Dunque “Angelic Encounters” e “Beyond Terror” vengono accostati in un unico album, con suoni interamente rimasterizzati da Dan Swanö per un totale di un’ora di un buon death metal forse per molto tempo sottovalutato.

Il vecchio “Angelic Encounters” occupa la prima parte del CD, e si apre con un’inquietante intro assente nella versione originale, e che proietta chi ascolta in un’atmosfera a dir poco lugubre con tanto di voci cantilenanti in sottofondo, prima di lasciare posto a una veloce e potente title-track giocata su un dialogo serrato tra la batteria rabbiosa di Kloosterwaard e le chitarre di Baayens e Stephan Gabédi, il cui growl brutale percorre tutto l’album con una ferocia non comune. L’unico appunto che si può fare a sfavore di questa prima traccia è la durata forse eccessiva che rischia di tendere alla monotonia. Non sono esenti da tale difetto “Gods Of War”, “Speed Kills” e “Chainsaw Salvation”: hanno tutte in comune incipit caratterizzati da semplici giri di chitarra che finiscono per assomigliarsi l’uno all’altro, e una prolissità che non giova a rendere memorabili questi brani. “Devil’s Concubine” si distingue da questa categoria per una struttura più varia ed efficace, forse meno incentrata sulla velocità rispetto alle altre, ma meglio articolata. I momenti migliori, tuttavia, sono affidati alle tracce più brevi, in primis “Infuriated”, il cui inizio malinconico costituisce un unicum all’interno dell’album, ed enfatizza intelligentemente le sonorità per l’appunto “Infuriated” che seguono per i restanti due minuti. Sembra quasi che la capacità artistica dei Thanatos vada di pari passo alla brevità delle tracce, e una conferma si può riscontrare in “The Howling”, compatta e velocissima dall’inizio alla fine.

Con la poderosa “Thou Shalt Rot” si chiude la prima sezione dell’album, e sulle note di “Corpse Grinder” ha inizio la seconda, dedicata a “Beyond Terror”, il cui stile è perfettamente in linea con quello delle canzoni che lo precedono, garantendo unità al nuovo “Angelic Encounters”. La differenza più evidente riguarda l’avvalersi di ritmi leggermente meno sostenuti, e a una maggiore attenzione per quanto concerne sonorità cupe e opprimenti. A sottolineare questo aspetto contribuiscono i testi, che abbondano di corpi smembrati, ribadendo il gusto della band per immagini di pittoresca putredine di cui avevano fatto sfoggio già a partire dal banchetto di carne umana allestito per “Devil’s Concubine”. Non del tutto a torto i Thanatos sono stati paragonati ai Cannibal Corpse: la band olandese non fa certo mistero di questo legame, come dimostra appunto la cover dei Massacre “Corpse Grinder”, che trova ispirazione proprio in George “Corpsegrinder” Fisher. “L’Aldila” e “Devour The Living” sono i due pilastri su cui poggia “Beyond Terror”, ma anche le restanti tracce meritano una considerazione positiva, con l’eccezione di una “Rites Of Retaliation” non troppo coinvolgente. Gli ultimi due brani “Satan’s Curse” e “Into The Crypts Of Rays” sono le riuscite cover rispettivamente dei Possessed e Celtic Frost, e confermano la capacità dei Thanatos di reinterpretare in modo efficace anche canzoni non proprie, sebbene “Into The Crypts Of Rays” metta fine all’album in modo vagamente sbrigativo.

Mettendo le mani avanti per incrementale le file dei propri proseliti in vista del 2014, i Thanatos riescono senz’altro nell’intento di riportare i riflettori su di sé. “Angelic Encounters” è un album seminale nella storia della band, ed è consigliabile riscoprirlo e rivalutarlo, poiché sembra essere anticipazione di un nuovo disco che segni un vero e proprio loro ritorno alla vita.

Chiara Rizzatti
 

Discutine sul Forum nel topic relativo!

Pagina facebook

Ultimi album di Thanatos