Recensione: Animate//Isolate
Nel vasto panorama underground si assiste, con crescente continuità, all’emergere di nuovi validi interpreti nei differenti “ambiti” metal (dai più “classici” ai più estremi), anche quando si tratta di sonorità “ostiche” e tecniche.
Chiaro esempio di questa tendenza, gli Obsolete, a dispetto di un profilo alquanto appartato (quasi assenti immagini fotografiche), mostrano già una precisa identità. Animate//Isolate, esordio per la sempre attenta Unspeakable Axe Records, presenta un technical thrash-death di pregevole fattura, che segue la direzione di act come Death (medio periodo) e Sadus.
L’influenza della band di Chuck Schuldiner caratterizza l’attacco di Still, opener ad alto tasso di difficoltà con strofe serrate e precise che evidenziano la preparazione del quartetto statunitense. Blast beat e ritmi di natura jazz si alternano nelle parti di batteria, mentre il basso crea un substrato di sostegno all’evoluzione del brano. Il vorticoso fluire degli strumenti procede imperterrito, eppure in mezzo a tanta velocità trovano spazio pregevoli aperture melodiche.
Lo screaming feroce del cantante/chitarrista Lucas Scott non concede tregua, accompagnando i riff nervosi e l’andamento non lineare di composizioni come The Atrophy of Will e The Slough. Le chitarre dialogano in contrasti mutevoli, entrando in territori cari a Pestilence e primi Cynic. Suggestioni Sci-Fi affiancano strutture irregolari in un continuo sovrapporsi di passaggi armonici e accelerazioni, accenti dissonanti e atmosfere spettrali ai limiti del black.
Ascolti attenti e ripetuti permettono di cogliere le evoluzioni strumentali degli Obsolete, sebbene non manchino trame maggiormente dirette ed emotive. L’apice compositivo è raggiunto con The Fog, i cui influssi heavy metal evocano il nome illustre dei Control Denied, grazie a un songwriting maturo, che supera alcune spigolosità presenti negli altri brani.
Glacialità e pathos sono i poli lungo cui si muove la proposta di Animate//Isolate. All’ombra dei Vektor, il più recente punto di riferimento per le sonorità evolute e “fantascientifiche”, si stanno muovendo realtà interessanti (tra cui segnaliamo anche gli inglesi Cryptic Shift).
Forti di un tasso tecnico elevato e nascosti dietro un immaginario affascinante (a partire dall’artwork che rifugge qualsiasi cliché), se svilupperanno le migliori idee di questo esordio, unendo istinto e cerebralità all’interno della forma-canzone, gli Obsolete potrebbero rivelarsi tra le sorprese dei prossimi anni.
Bandcamp: Obsolete
Label: Unspeakable Axe records