Recensione: Another Day
I Rod Sacred sono come la Porsche Carrera: cambiano i tempi ma nelle loro nuove (si fa per dire) incarnazioni permangono sempre temibili, esattamente come la possente 911 della casa di Stoccarda. Le modifiche in casa Rods riguardano prevalentemente la line-up. Accanto ai due pilastri di sempre Franco Onnis (basso) e Antonio Deriu (voce), l’attuale formazione schiera Manu Pes alla chitarra e Mattia Murtas alla batteria. Forze fresche a perpetuare un percorso metallico all’insegna dell’integrità nato in quel del 1984 nella zona attorno a Cagliari.
Another Day è il quarto full length della loro carriera e vede la luce per la Metal Zone Italia di quell’altro dannato dell’heavy metal che risponde al nome di Gianfranco Belisario. Un’unità di intenti a partire dalla copertina, con rappresentato quello sghembo “demone” Rod Sacred che diede il via alle danze sul loro debutto ufficiale del 1990, il quale faceva seguito a due demo e che non lascia spazio ad alcun dubbio riguardo quello che si possa trovare all’interno del digipak, accompagnato da un libretto di otto pagine con tutti i testi e una foto della band nelle due centrali. Heavy metal e ancora heavy metal di stampo tradizionale e tradizionalista, otto pezzi tutti d’un pezzo (gioco di parole voluto) all’insegna dell’ortodossia.
Dopo più e più passate dei brani ricompresi fra “Another Day”, posta in apertura e “No Regress” a chiudere baracca e burattini, si rafforza sempre di più l’idea che i Rod Sacred possano fornire il meglio di loro stessi con l’aggiunta di una seconda chitarra, anche in sede live.
Puntualizzato questo, “Free Man”, “The Ring is Broken” e la stessa “No Regress” forniscono sane dosi di metallo in mezzo alle gengive e, come istituzionalmente in questi casi è lecito attendersi, non manca neppure l’obbligatoria, poderosa ballad, per l’occasione intitolata “I Miss You”. Da rimarcare la prova dietro al microfono di Antonio Deriu, che con lo scorrere degli anni si avvicina sempre di più come timbrica al Klaus Meine dei tempi d’oro.
I Rod Sacred già nei primi anni Ottanta non si sognavano di certo di cambiare il corso della musica dura per il tramite della loro proposta, semplicemente fornivano il loro deciso apporto alla causa attraverso la pubblicazione di dischi di qualità tutti anima, sudore e appartenenza. Oggi, nel 2023, non è cambiato poi molto, la premiata ditta Onnis, Deriu & Co. con Another Day sforna un lavoro in onore della continuità, nel solco della grande lezione del passato. E basta e avanza.
Stefano “Steven Rich” Ricetti