Recensione: Ante Lucem
Gli Eligor nascono nel 2000 dal volere e dalla passione di Jacopo Teodori e Alessandro Nesci. Il genere scelto è un black metal con parchi inserti sinfonici piuttosto classico, alla maniera dei primi Dimmu Borgir. Scelta che con il passare del tempo non verrà minimamente scalfita. In breve tempo la band giunge alla registrazione di un primo demo nel 2001 intitolato “Southern Shadows”. Nonostante il cambio di batterista nel 2002, le cose per il gruppo vanno molto bene e si decide l’anno successivo di registrare un disco autoprodotto. A questo punto gli Eligor vengono scossi alle fondamenta dall’inspiegabile suicidio del cantante e fondatore della band Alessandro Nesci. Suicidio reso ancora più inspiegabile dal fatto che poco prima di togliersi la vita, Alessandro aveva spedito agli amici i file midi di tutte le canzoni che sarebbero dovute essere registrate. Con la morte nel cuore il gruppo registra un promo-cd intitolato “In Nomine” seguendo le ultime disposizioni dell’amico scomparso e senza minimamente alterare quanto da lui registrato fino a quel momento.
Questo “Ante Lucem” è il loro primo full-lenght e come il precedente disco ottico, è dedicato alla memoria di Alessandro Nesci.
Tocca a “Ad Nihil” l’onore e l’onere di dare la stura a questo cd. Si tratta del brano più lungo del disco e nonostante i suoi quasi sette minuti di durata se la cava più che discretamente. L’inizio del pezzo è piuttosto lento delegato principalmente alla chitarra elettrica, che si intreccia con quella acustica, e alle tastiere. Melodico e piuttosto d’atmosfera senza risultare ne scontato, ma neanche particolarmente originale. Lungo tutta la durata della canzone troveranno spazio anche momenti più veloci e più genuinamente legati al black di scuola scandinava e altri dal sapore quasi ambient, con chitarre acustiche e tastiere a intessere melodie malinconiche senza il contorno di altri strumenti.
Questi vari cambi di tempo e di registro denotano un buon arrangiamento e una discreta esperienza in fatto di song-writing.
“Altair” parte in maniera decisamente più aggressiva e veloce, mantenendosi su questi tempi praticamente per tutta la sua durata. Qualche concessione ancora a momenti più “ambient”, ma son solo due casi isolati, per il resto si pigia sull’acceleratore dimenticandosi completamente delle tastiere.
Prima traccia strumentale (di tre) del disco è “Suspirium”, brano che non si discosta molto dalle precedenti presentando le stesse caratteristiche in quanto a cambi di tempo e di stile. Si segnala per un passaggio di chitarra acustica dal suono “invecchiato”, come se suonata da un vinile graffiato e piuttosto gracchiante. Nonostante la sua lunghezza (5,41 minuti), non risulta però pesante all’ascolto, così come anche “Golgotha”, altra traccia esclusivamente strumentale dalla durata superiore ai 5 minuti, denotando quindi buone capacità compositive e di arrangiamento.
A chiudere l’album quindi il duetto composto da “Et Lux Perpetua” e dalla titletrack “Ante Lucem”. Quest’ultima è l’ennesima traccia strumentale che dovrebbe chiudere l’album. L’inizio è piuttosto cupo e composto da rumori quasi industriali, ben presto però dal marasma di suoni confusi emerge una melodia di pianoforte molto dolce e triste che ci accompagna in solitaria fino alla fine.
Qualche imprecisione nella registrazione ed esecuzione dei brani si sente, ma son particolari minimi e abbastanza inconsistenti. La produzione è comunque discreta, anche se un po’ carente per quello che riguarda il basso che è praticamente assente da tutto il disco. Le chitarre invece risultano in alcuni momenti un po’ confusionarie, ma si tratta di un peccato veniale che a un disco black si può perdonare. Una critica più seria invece la si potrebbe rivolgere per quello che riguarda le lyrics, dato che su sette canzoni, ben tre sono tracce esclusivamente strumentali e nelle restanti il cantato è alquanto limitato. Non si capisce quindi se si tratta di una scelta vera e propria da parte del gruppo, oppure se la band si è trovata con poche cose da dire.
Tirando le fila del discorso questo “Ante Lucem” è indiscutibilmente una dimostrazione di buona volontà. Lo sforzo fatto dal gruppo per realizzare questo cd è palpabile e immediatamente visibile e udibile, soprattutto grazie alla produzione che, pur con i normali alti e bassi di un demo, è più che discreta. Anche il song-writing denota buone capacità, anche se forse ancora legate a soluzioni piuttosto tipiche e non molto originali. Problemi comunque minori che il tempo saprà sicuramente cancellare.
Tracklist:
01 Ad Nihil
02 Altair
03 Suspirium
04 Lilith
05 Golgotha
06 Et Lux Perpetua
07 Ante Lucem
Alex “Engash-Krul” Calvi