Recensione: Anthem of Decay
Il quarto album del progetto Beyond Helvete si presenta benissimo grazie all’artwork di Mosaye, che è riuscitissimo e descrive perfettamente ciò che andremo ad ascoltare. Anthem of Decay è un disco letale, cattivo e arcigno, efferato come un delitto e che non conosce compromesso alcuno. Quarantuno minuti di black metal proveniente dalla seconda ondata sparati in faccia all’ascoltatore senza possibilità di scampo. Il disco è molto diverso dal precedente MMXX e rappresenta sicuramente un passo in avanti per la band teutonica. Se prima ci si concentrava su un black n’roll piuttosto opprimente, ora si è virato verso un approccio frontale e votato alla distruzione. La scelta ha pagato e Anthem of Decay è un disco che fa benissimo il suo sporco lavoro, pur non andando oltre.
Se artwork e produzione sono ai massimi livelli, lo stesso non si può dire del songwriting, che purtroppo alla lunga risulta indolore e difficilmente memorabile. I riff di chitarra sono abbastanza insipidi e le linee vocali perennemente in scream risultano poco varie; la sezione ritmica invece è ben concepita e ad ogni raddoppio di cassa l’headbanging é assicurato! Il meglio di sé il disco lo offre sui blast beat e sui momenti meno ariosi; quando si decelera purtroppo alcune soluzioni spezzano troppo il ritmo risultando fuori fuoco. Luci e ombre quindi, ma la pagnotta é comunque portata a casa e la strada imboccata é sicuramente quella giusta.
Non ci é dato sapere se i Beyond Helvete muteranno ancora forma nei prossimi lavori; bisognerà però, in un mercato ormai oltre il saturo, offrire qualcosa di più. Se invece cercate un disco estremo ben suonato e che offre del sano macello senza troppo pensarci sopra, date un’opportunità ad Anthem of Decay, potreste divertirvi parecchio.
