Recensione: Anticipation For Blood Leveled In Darkness
La Storia del metal non è mai stata particolarmente prodiga di successo per i cosiddetti ‘supergroup’, entità composte da musicisti provenienti dalle più disparate nazioni messi assieme in modo più o meno serio e professionale. Spesso, difatti, si è trattato dell’unione di vari campioni del proprio strumento, indiscussi capi carismatici negli ensemble di partenza, per soddisfare esigenze di mera operazione commerciale e nulla più. Siccome non è mai bastato e non basta mettere in riga degli artisti eccezionali a mo’ di mercenari per ottenere un prodotto altrettanto eccezionale, il flop è stato costantemente dietro l’angolo. Per tutti, o quasi.
Fra i ‘quasi’ ci possono rientrare i Voodoo Gods, fondati nell’ormai lontano 2001 dal batterista e mastermind dell’intera operazione Alex “Voodoo” Von Poschinger (ex-Union, ex-Guerrilla). Nati in origine con il nome di Shrunken Head in quel di Tampa (Florida, US), i Voodoo Gods all’epoca comprendevano, oltre a Von Poschinger, Tony Norman (Belligerent, ex-Monstrosity, ex-Terrorizer) e Seth Van De Loo alla chitarra (Centurian, Infected Flesh, Severe Torture, ex-Nox). Nel 2006 c’è stata l’entrata di Hiro (Sceptic, Dies Irae, ex-Never, ex-Virgin Snatch), pure lui chitarrista e – nientepopodimeno che – Nergal (Behemoth, ex-Helevorn, ex-Wolverine, ex-Damnation) come cantante. Nel 2007 è stata la volta del bassista Jean Baudin (Element Of Surprise, Nuclear Rabbit), di Mike Browning (After Death, Argus, Nocturnus AD, ex-Devine Essence, ex-Lisa The Wolf, ex-Acheron, ex-Morbid Angel, ex-Incubus, ex-Nocturnus) alle percussioni e del chitarrista solista David Shred Demon (David Shankle Group, ex-Manowar, ex-Paradoxx). In tale veste, nel 2008 viene registrato il debut-EP, “Shrunken Head”. Quest’anno, finalmente, il debut-album, “Anticipation For Blood Leveled In Darkness”, con il leggendario George “Corpsegrinder” Fisher (Cannibal Corpse, Paths Of Possession, ex-Corpsegrinder, ex-Monstrosity) in vece di Nergal.
Tutto questo ben di Dio, però, non è sufficiente a fare di “Anticipation For Blood Leveled In Darknes” un buon full-length in maniera automatica. Alla base ci vogliono soprattutto i concetti e, stavolta, occorre rilevare che non mancano, in casa Voodoo Gods. Cominciando dai temi affrontati, che riguardano il Vudù, religione afroamericana dalla connotazione fortemente esoterica, che rappresenta il ‘vudun’ (Dio) come un serpente dalla grande forza costrittrice. Una forza che, così come per i vuduisti, rappresenta il legame natio fra i membri della band statunitense. Legame stretto, che cementifica le menti, gli stati d’animo e le idee. Rendendo così, per davvero, i Voodoo Gods non più un’eterogenea creatura formata da menti di estrazione culturale diversa, bensì una band… ‘tradizionale’ a tutti gli effetti. Tanto è vero, come per esempio si può ascoltare in “Article 246”, caratterizzata dal suono delle percussioni (curate da Von Poschinger, Jyrg Bergmann e gli Haitian Voodoo Crew), che l’atmosfera umida e malsana di Haiti e della Repubblica Dominicana fa spesso capolino fra una song e l’altra del platter, regalandogli un solo filo conduttore.
Oltre alla forza di un’ispirazione di derivazione religiosa, “Anticipation For Blood Leveled In Darkness” gode anche di una certa unitarietà d’intenti anche per quanto riguarda il sound. Niente canzoni messe su alla bell’è meglio senza capo né coda, insomma, ma una fila di brani omogenei fra loro nel rispetto sia dello stile della formazione, sia dell’equilibrata miscela fra death e thrash che contraddistingue lo stile stesso. Anche se, come si poteva subito immaginare, la presenza di Fisher sposta l’ago della bilancia dalla parte del death metal. Death metal a tratti addirittura melodico grazie ai preziosi e delicati intarsi della coppia Shankle/Hiro (“The Termination Of God”), seppure la matrice primigenia dell’act sia devota alla potenza, a volte addirittura devastante in occasione dei (rari) blast-beats. Perfetto il sound, inoltre, creato da Andy LaRocque (King Diamond) presso i Sonic Train Studios di Varberg (Swe) che, in “Renaissance Of Retribution”, si diletta pure nel guitar-solo.
Alla fine è ‘solo’ la mancanza di particolari spunti innovativi, sommata a un’endemica scolasticità insita nella forma mentis dei supergruppi, a non consentire ad “Anticipation For Blood Leveled In Darkness” di essere memorabile. Un’opera più che discreta, questo sì, ma nulla più.
Daniele “dani66” D’Adamo
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