Recensione: Antigen
Dal Brasile con furore. Giovani, incazzati e molto, molto preparati, i Dynahead si rendono protagonisti di uno dei debutti più promettenti dell’anno. ‘Antigen’ parla chiaro, con un progressive armato fino ai denti, o forse si dovrebbe dire con un thrash tecnologicamente e strategicamente avanzato. Fatto sta che questi ragazzi hanno tutto ciò che serve per sfondare – tecnica, rabbia e passione.
A sentir parlare di thrash e Brasile verrebbe subito da pensare ai Sepultura. E invece no. Strapping Young Lad, Fear Factory, Nevermore, Meshuggah: è il thrash più evoluto e intelligente a fornire le armi al commando sudamericano, che anche senza il supporto di un’etichetta fa tutto con grande professionalità. C’è potenza in abbondanza e melodia quanta ne basta, non solo nella tracklist nel suo complesso ma spesso all’interno della stessa canzone. Devastante la sezione ritmica, con un basso esplosivo e un drumming nevrotico, puntuale nei cambi di ritmo, travolgente nelle accelerazioni. Pur leggermente penalizzate dalla produzione, le chitarre dominano la scena in fase solistica ancor prima che nel riffing. Fra una mazzata e l’altra, può capitare che risollevino la testa con improvvise puntate hard n’ heavy o si lancino in incalzanti progressioni. Entrambe le cose accadono su ‘Layers Of Days’, uno dei migliori pezzi del lotto, o sulla rockeggiante ‘Virtual Twin’. In effetti, se pur moderno nei suoni e certamente estremo negli intenti, l’album attinge indubbiamente agli anni 80’ per le scelte melodiche, accattivandosi in questo anche le simpatie di chi non ha mai digerito le divagazioni cibernetiche dell’old school. In questo senso la sensazione di moderno viene soprattutto dal cantato, abile nell’alternarsi fra screaming, pulito e cori in cui la devozione della band per Burton C. Bell e soci si fa particolarmente evidente. Tollerabile a questo punto qualche comprensibile ingenuità, con brani come ‘Bloodish Eyes’ che puntano ad accattivarsi le simpatie del pubblico dal vivo più che ad aggiugere qualcosa al peso specifico della scaletta.
Al momento i Dynahead sono ancora senza contratto, ma dopo un disco come ‘Antigen’ è facile che qualche etichetta voglia interessarsi a loro. Al di là dei debiti compositivi accumulati dalla tracklist, il punto di partenza è eccezionalmente solido e vale un ascolto a prescindere dalle sorti future della band. Debutti del genere non se ne sentono tutti i giorni.
Riccardo Angelini
Tracklist:
1. Clockwork I
2. Layers of Days
3. Virtual Twin
4. Tactile Haven
5. Join and Surrender
6. Bloodish Eyes
7. Depart Now
8. Do you Feel Cleansed?
9. Vorsicht!
10. The Starry Messenger