Recensione: Apocalyptic Compendium – 10 Years in Chaos, Noise and Warfare
Dieci anni di carriera, sudore e tanto entusiasmo per i padovani Children of Technology. Come festeggiarli al meglio, se non con un’uscita discografica che raccoglie un po’ tutta la carriera della band? La Hells Headbangers Records sforna così un lavoro scoppiettante, un modo da una parte per commemorare una carriera fatta di underground, dall’altro lato una possibilità per conoscere una realtà nostrana. Adrenalina old school per i padovani, artisti dediti ad uno speed/thrash metal imbevuto di punk; vicini all’attitudine dei mitici Discharge, ma anche al ruvido approccio dei Motorhead.
Diciassette brani diretti, pugno allo stomaco che non cerca compromesso alcuno e che tra riff rock ‘n’ roll e sfrontatezza hardcore colpisce nel segno. Due soli full-length, uno nel 2010 e l’altro nel 2014, poi una folta schiera di split ed ep a rendere ancor più selvaggia la natura del progetto, sottobosco nel quale piace muoverci, ferirci e sporcarci, in cui i Children of Technology “sguazzano” senza problemi.
E’ chiaro come qui non troverete alcuna novità o ingrediente che distingua i nostri dal resto del filone. Non è un demerito, sia chiaro, perché l’ entusiasmo e la passione si respirano a pieni polmoni, ma è palese come vi siano dei limiti. Chi vuole qualcosa di personale passi la mano, idem se andate cercando avanguardismi o raffinatezza, in caso contrario fatevi avanti.
“Apocalyptic Compendium – 10 Years in Chaos, Noise and Warfare” è il condensato di sudore ed impertinenza, sfacciataggine che cambia positivamente il nostro umore, credendo diventi punta di diamante soprattutto in sede live.
Stefano “Thiess” Santamaria