Recensione: Apocalyptic Feasting
Può darsi che questa sembri una recensione, ma in realtà si tratta di un capitolo del Guinness dei primati. Perché esattamente questo cercano gli americani Braindrill: sfondare tutti i record, andare oltre ai limiti, stupire per i propri eccessi…e così perdono di vista quello che dovrebbe essere il loro primo obiettivo.
La band sembra infatti, anche a leggere la loro biografia, costruita in base alla capacità di performance estreme dei loro membri: Marco Petruzzella, che immaginiamo di vaghe origini italiche, è sicuramente uno dei batteristi più veloci del mondo; Jeff Hughell inventa – ma è da verificare – l’invidiabile tecnica bassistica del tapping su 8 corde, e via dicendo. Il punto è che Apocalyptic Feasting è poco di più di questa somma di record olimpionici: un album estremamente brutale, sparato a mille all’ora, tra gli Origin sotto anfetamine e i Necrophagist con due dita nella presa a 220V, ma è difficile anche solo segnalare un pezzo rispetto a un altro, proprio perché si viene travolti da un flusso di energia piatto e continuato, potente ma senza cervello.
Fa sempre impressione sentire dello sweep picking suonato a velocità così impressionanti, e sono sicuro che questo mostri della tecnica sapranno eseguirlo a dovere anche dal vivo, a costo di mesi passati notte e giorni in sala prove; ma stiamo parlando di musica, no? Dobbiamo comunicare o dimostrare qualcosa a qualcuno? Qui falliscono i Braindrill, nonostante capacità tanto impressionanti: dove Origin, Necrophagist e i più dotati brutallari del mondo comunque suscitano emozioni, loro annoiano. E si fanno lasciare da parte in fretta, magari per rimanere giusto nelle chiacchiere tra brutal fan al bar. Tanto che anche per il sottoscritto è praticamente impossibile citare un brano piuttosto che un altro, visto che risultano essere, anche dopo robusti e attenti ascolti, solo la somma dei loro riff.
Tanto, tantissimo talento sprecato insomma, o per meglio dire usato per lo scopo sbagliato. Il mathcore può forse permettersi la follia esecutiva alla Psyopus, ma se siete affezionati al caro, vecchio brutal death, anche nelle sue forme più sperimentali, dopo tre pezzi di questo disco vi verrà voglia di mettere su un album a caso dei Dying Fetus o degli Hate Eternal, per ricordarvi come con la tecnica si fanno anche delle belle canzoni.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Gorification 03:53
2. The Parasites 03:24
3. Apocalyptic Feasting 03:42
4. Swine Slaughter 03:10
5. Forcefed Human Shit 01:31
6. Consumed by the Dead 03:18
7. Revelation 03:44
8. Bury the Living 04:13
9. The Depths of Darkness 03:54
10. Sadistic Abductive 04:19